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L'Enel punta sull'estero

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con una posta da 15 miliardi

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Si inizia dalla Francia e Spagna, per proseguire nei paesi Balcanici. Una strategia, quella dell'internazionalizzazione, spinta non solo dalle legittime aspirazioni dell'ad, Fulvio Conti di far diventare il gruppo che guida un operatore di rango internazionale, ma anche delle sempre più frequenti difficoltà frapposte alla crescita dimensionale dai veti di ambientalisti e delle amministrazioni locali. Così i nuovi obiettivi la conquista del 7% del mercato francese e il 13% di quello spagnolo. Oltre a rafforzare la presenza, con quote sempre più significative, nei paesi Balcanici. E Per crescere la cifra per le acquisizioni oltrefrontiera - in Italia la società è vincolata ai tetti antitrust - potrebbe arrivare anche a 20 miliardi di euro, ha lasciato recentemente intendere il management. A dichiarare la volontà di conquista è stato ieri lo stesso Conti, che dalle colonne del francese Les Echos, ha dichiarato che entro marzo»dovrebbe chiudere l'accordo con Edf in Francia dove conta di diventare il secondo operatore nazionale, con una quota di mercato del 7%, e con un progetto di ingresso anche nella distribuzione. In questa direzione la società di Conti punta così al processo di privatizzazione di due imprese che servono le città di Strasburgo e di Metz. La società elettrica ha, poi, già messo le basi per un'espansione ancora più aggressiva sul mercato spagnolo, dove è già presente (attraverso la Viesgo) con un 4% del mercato. Nel mirino una quota del 13% del mercato iberico da raggiungere attraverso l'acquisizione degli assets di Endesa che Gas Natural dovrà cedere in seguito all'opa. E che oltre al 65% di Snet (il restante 35% della società è oggetto dell'accordo con i francesi) dovrebbe riguardare 4.300 mw di potenza installata. Un affare per il quale il gruppo potrebbe spendere intorno ai 5 - 7 miliardi di euro.

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