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di GIULIO STRADA Ha fame di petrolio la Cina e quello prodotto all'interno rischia di non bastare.

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Il prossimo anno, infatti, la domanda del paese aumenterà infatti del 6% ma la produzione interna sarà incrementata solo dell'1,6%. Eppure nonostante la forte richiesta i riflessi sui prezzi del barile potrebbero essere meno pesanti di quelli del recente passato. Ad affermarlo è il Centro per la ricerca e lo sviluppo del governo di Pechino, che evidenzia per il prossimo anno una sete di energia più contenuta da parte del gigante asiatico: la domanda aumenterà sicuramente più del 4% registrato nel 2005, ma l'aumento sarà nettamente nettamente inferiore al balzo del 15% del 2003 e che è stato indicato come il principale responsabile della tension sui prezzi del greggio registrati tra il 2004 e il 2005. Il Centro di ricerca ha anche quantificato quanto in termini assoluti sarà necessario al dragone cinese. Il paese assorbirà 328 milioni di tonnellate di greggio nel 2006, ovvero 6,56 milioni di barili al giorno e la domanda di prodotti derivati - benzina, gasolio e cherosene- salirà del 6,27% fino a 177 milioni di tonnellate, rispetto al +6,23% registrato nel 2005 sul 2004. Questa previsioni, sottolinea un'analisi della Staffetta Quotidiana, si discosta però da quella recentemente formulata dall'Agenzia internazionale per l'energia (Aie), secondo cui il boom dei trasporti porterà nel 2006 il consumo cinese di carburanti a una crescita compresa tra l'8 e il 10%. La crescita della produzione delle raffinerie cinesi, che quest'anno sarà del 3,3% superiore al 2004, subirà l'anno prossimo una battuta d'arresto, totalizzando non più di 184 milioni di tonnellate (181 milioni di tonnellate nel 2005).

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