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Urso: «Sulle calzature cinesi Bruxelles può mettere i dazi»

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Ad annunciare l'imminente decisione della Commissione Europea, cui spetta la competenza per la loro applicazione, è il viceministro delle attività produttive con delega al commercio estero, Adolfo Urso che ieri ha incontrato a Bruxelles il commissario per il commercio estero, Peter Mandelson. «L'indagine sulle scarpe di sicurezza e in pelle dovrebbe concludersi nelle prossime quattro settimane - ha detto il viceministro - e ci aspettiamo conslusioni certe con un esito positivo che porterà all'imposizione di dazi antidumping». I segnali che sono arrivati dai primi risultati dell'inchiesta che ha messo sotto osservazione volumi e prezzi delle calzature importate dall'Oriente lasciano intravedere la possibilità che, già entro la fine dell'anno possano scattare le sovrattasse alle dogane. Alla convinzione di Urso si affianca quello dell'eurocommissario pronto a non perdere tempo nell'applicare i dazi nell'eventualità che sia effettivamente dimostrata la concorrenza sleale messa in atto da Pechino. «Mandelson è convinto che se l'inchiesta si conclude positivamente verranno prese misure compensatorie», ha riferito Urso e se scatteranno i previsti dazi sulle scarpe di sicurezza e in pelle «si tratterà verosimilmente della più grande misura antidumping, in volume, mai avviata nell'ambito delle regole della Wto (l'organizzazione mondiale del commercio ndr». Il settore delle calzature copre infatti l'intero mercato europeo e vale complessivamente 6 miliardi di euro. Le due categorie finite sotto la lente di Bruxelles (scarpe di pelle e per la sicurezza)rappresentano l'80% della produzioneitaliana. Per queste, secondo i dati diffusi, è stato verificato un aumento di oltre il 500% delle importazioni negli ultimi mesi, ossia dopo la fine del regime delle quote. Oggi Urso incontra ad Arezzo, i produttori interessati rappresentati dall'Anci (l'Associazione dei calzaturifici italiani).

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