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Telefoni, i big verso il riassetto

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Le mire di Berlusconi scuotono il comparto. Possibili intese con Tronchetti

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Le ultime mosse sono la nomina di Paolo Dal Pino, fino a ieri alla guida della Telecom Italia in America Latina e presidente di Tim Brasile, alla guida di Wind, dopo l'uscita dell'ad Tomamso Pompei. Il gruppo di Marco Tronchetti Provera non ha perso tempo nel riempire la casella lasciata libera, che sarà affidata al numero uno di Pirelli Brasile, Giorgio Della Seta Ferrari.Dal Pino, però, prenderà servizio a via della Magliana solo da gennaio 2006. Un destino simile a quello di Pompei che potrebbe prorogare al nuovo anno l'ingresso nella società fondata da Renato Soru. All'origine dello slittamento i problemi legati alla clausola di non concorrenza firmata dall'ex ad, non rispettata a parere di Wind, e la possibilità che questa sconti, dalla liquidazione dovuta al manager, la penale per aver violato i patti. Ma è su un altro fronte che si gioca la partita vera: nella prossima primavera si dovrà rinnovare il patto di sindacato della Telecom. E in quella sede potrebbe essere ridisegnata la mappa delle Tlc in Italia. Tronchetti Provera però è solido al comando della società e anche una possibile ucita dell'Opa di Chicco Gnutti non sembra un problema insormontabile. Telecom e Berlusconi. A catalizzare l'attenzione è ancora la scuderia di Tronchetti Provere per gli annunci del premier Berlusconi di voler investire nel settore delle tlc. Messaggi che prefigurano un interesse della Fininvest per un ingresso in Olimpia, la holding che controlla Telecom. Diverse le ragioni del riposizionamento del Biscione. La prima, politica, è legata alla probabilità che la possibile salita al governo della sinistra parta il ridimensionamento del duopolio Rai-Mediaset. Di qui l'esigenza di trovare un posto in un settore contiguo alla televisione sfruttando una liquidità delle ultime cessioni che, tra cash e leva finanziaria, arriva a 4 miliardi. A pesare sono anche le prospettive che si stanno aprendo con le tecnologie Umts. I due soggetti hanno già siglato accordi per diffondere i programmi dallo schermo dei portatili. Per Mediaset questo potrebbe significare l'uscita al tubo catodico e il rientro dai cellulari. Fastweb. Il presidente della compagnia a banda larga, Silvio Scaglia, ha smentito la cessione del suo 25% di capitale a operatori stranieri. Ma l'attenzione sul titolo che, in quest'ultima eventualità potrebbe addirittura raddoppiare il valore, rimane alta. Tra i gruppi interessati: Deutsche Telekom (alle prese però con 32 mila licenziamenti) e British Telecom che con Albacom avrebbe possibilità di creare sinergie. Vodafone e H3g. Non mancano ambizioni di crescita per Vodafone pronta a mettere le mani, secondo i rumors, sul 50% della sudafricana Vodacom. Mentre prima dell'ingresso in Borsa H3g ha approvato una ricapitalizzazione da un miliardo di euro.

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