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L'ntesa Eni-Gazprom nel mirino del garante

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E in effetti, l'intesa tra l'Eni e la russa Gazprom firmata dal precedente ad della società italiana, Vittorio Mincato, è caduta sotto la lente dell'Antitrust nell'ambito dell'istruttoria avviata dal garante sui contratti per il gasdotto algerino. Indagine che si concluderà entro fine anno e che potrebbe portare ad una multa per il colosso energetico del cane a sei zampe per posizione dominante nella distribuzione del gas. Contro l'eventualità di questa ipotesi la stessa Eni ha ipotizzato, come "compensazione", la cessione di una quota del 10% delle forniture che riceve da Gazprom (24 miliardi di metri cubi l'anno) nell'ambito dell'accordo siglato lo scorso 10 maggio a Vienna tra le due società. Un'alleanza che prolunga di dieci anni le esportazioni di metano in Italia del gigante petrolifero russo, al 2027 dal 2017. Un allungamento che permetterà all'Eni, tra l'altro, di rinegoziare la scadenza dell'altro importante contratto di fornitura, quello con l'Algeria, in scadenza nel 2017, in una posizione di maggiore forza negoziale. In cambio, e con l'obiettivo di restare entro la fetta del 50% di mercato imposto dalla legge, Eni ha consentito ai russi di vendere direttamente ai clienti finali italiani il 10% delle importazioni, ovvero 2 miliardi di metri cubi l'anno. Questo meccanismo però non sembra soddisfare adesso i requisiti chiesti da Antonio Catricalà per soddisfare i criteri di concorrenza.

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