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Parmalat, ultimo giorno per il concordato

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Almeno quando Collecchio sarà rientrata in Borsa, entro la fine di settembre. La speranza è anche delle banche, nonostante le grane legali che le coinvolgono, chi più chi meno, nella veste di creditori ma anche di oggetto delle attenzioni legali del commissario che ha avviato azioni revocatorie per 7 miliardi e richieste risarcitorie per 26. Gli istituti di credito sperano di fatto che Parmalat rientri sui mercati, vada bene perchè industrialmente sana, valorizzi il titolo così come sta avvenendo per le obbligazioni convertibili già da tempo in circolazione. Le banche, però, per i conflitti di interesse in corso non potranno votare. E quindi la gran massa dei consensi è nelle mani delle tante migliaia di obbligazionisti singoli, coloro che - secondo le testimonianze giudiziarie - non dovevano avere neppure uno di questi bond e che ora rappresentano oltre il 57% dei votanti. Bondi spera comunque in un pieno di sì, dopo che mercoledì scorso ha anche lanciato un'altra guerra legale chiedendo 2,2 miliardi di danni a Ubs e Deutsche Bank per le attività svolte nel 2003 con alcune emissioni obbligazionarie, da cui soprattutto DB si sarebbe coperta dai rischi, in particolare facendosi assegnare ruoli di advisor e mandati per la cessione di alcune controllate estere, oltre ad introitare forti commissioni per queste attività. Da parte sua, Deutsche Bank ha risposto definendo «infondate» le accuse.

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