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Ricucci avanza e attacca il patto di Rcs

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L'immobiliarista sale al 18,5% del capitale e presenta un esposto alla Consob contro il gruppo dei 15

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Lunedì, proprio all'indomani della riunione del Patto che ha ribadito la compattezza tra i soci sindacati con una nuova blindatura a prova d'Opa, l'immobiliarista romano ha comunicato alla Consob di aver raggiunto il 18,5% del capitale, dal 16% circa dichiarato in precedenza. Con una mossa inattesa, il patron della Magiste ha poi presentato un esposto alla Consob in cui, secondo le indiscrezioni raccolte, si sostiene che i comportamenti del Patto sembrerebbero «idonei e diretti nel loro complesso» a influenzare l'andamento del titolo della società. La notizie riportate dalla stampa, si sostiene in particolare, sarebbero dirette a far ritenere che esista "una blindaturà nel Patto facendo perdere contendibilità al titolo, che perderebbe così interesse e valore sul mercato. Questa "blindatura" - scrivono i legali di Ricucci - è però resa impossibile dalla legge Draghi, e ogni pattuizione in tal senso sarebbe illegittima e in contrasto con la normativa. L'esposto dell'avvocato Nicola Irti chiede alla Consob di verificare il reale contenuto del nuovo Patto, di accertare l'esistenza di ulteriori accordi tra i soci, e di accertarne quindi il contenuto e la legittimità. Lo scopo di mortificare l'andamento del titolo Rcs a Piazza Affari, sostiene l'esposto, sarebbe finalizzato a permettere ai tre esponenti del Patto che hanno la facoltà di accrescere le proprie quote dal 3 al 5% (Banca Intesa, Pirelli e Diego Della Valle) di acquistare a valori più convenienti le azioni. Intanto, viene pubblicato sui giornali l'estratto del nuovo accordo tra gli azionisti e valido sino al 30 giugno 2007, coincidente interamente, secondo quanto si è appreso, con il documento reale siglato domenica dai quindici azionisti. In caso d'Opa, «il partecipante che si sia avvalso della facoltà di recesso sarà obbligato a vendere le azioni sindacate agli altri partecipanti che abbiano rinunciato a questa facoltà», si legge nel nuovo Patto, in cui si precisa che «gli acquirenti hanno il diritto ma non l'obbligo» di comprare le quote degli altri esponenti, con un'acquisizione che verrà realizzata «in proporzione alla percentuale di azioni detenute apportate al Patto». Il prezzo, si assicura, sarà uguale all'eventuale corrispettivo dell'offerta se in contanti. Se il corrispettivo sarà in parte o in tutto in titoli, poi, è prevista «una somma di denaro che valorizza i titoli offerti in scambio», mentre in caso di rilanci scatteranno i «corrispondenti adattamenti». «La stabilità delle aziende appartenenti al gruppo è il presupposto per il raggiungimento degli obiettivi del piano industriale», scrivono tra gli altro i pattisti. A Piazza Affari, intanto, seduta interlocutoria per i titoli del gruppo, in calo dello 0,32% a 5,8 euro. La parola torna ora a Ricucci.

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