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LODO DEL MINISTERO

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Bisarche, vertenza chiusa Tariffe aumentate del 7%

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La lunga vertenza, durata più di quattro settimane, si è conclusa con il lodo del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Dopo l'ennesimo incontro senza esito, associazioni degli autotrasportatori (Fita e Cuna) e aziende dei committenti (Anita e Assologistica) hanno chiesto l'arbitrato del sottosegretario Paolo Uggè. L'accordo sottoscritto prevede l'aumento delle tariffe del 7%, quasi a metà strada quindi tra la richiesta del 10% degli autotrasportatori e l'offerta del 5%. In più ci saranno tremila euro per ogni automezzo: mille come "una tantum" e duemila a titolo di acconto. La conclusione è uguale a quella di dieci anni fa, quando dopo cinque settimane di protesta e una trattativa senza esito era stato il lodo del ministero a mettere la parola fine alla vertenza. «Con il superamento di questa fase di stallo e tensione - ha commentato Uggè - si avvia adesso un percorso costruttivo tra le parti per adeguare alle mutate condizioni l'accordo di settore in atto. Rivolgo a tutti gli operatori coinvolti un appello affinchè, nel recepire quanto stabilito, si attivino per dare l'avvio ad una fase più serena e più positiva per tutti». Soddisfatto il segretario nazionale di Conftrasporto, Pasquale Russo: «Il risultato, anche se non recepisce pienamente le istanze degli autotrasportatori, è comunque positivo». Russo auspica che «da questo momento la committenza assuma atteggiamenti rispettosi delle regole contrattuali, affinchè non si verifichino più situazioni di difficoltà e tensione per il settore dell'autotrasporto, che inevitabilmente si riflettono sul sistema produttivo ed economico del Paese». Per la Fita-Cna «solo in Italia si è potuto permettere che la vertenza durasse così a lungo. In un altro Paese il ministro dovrebbe rispondere di questo. Il problema - ha detto Franco Palese, coordinatore nazionale del settore - è che per tre settimane il sottosegretario Uggè non ci ha permesso di incontrare le aziende committenti. Ora la cosa che ci sta più a cuore è il funzionamento del sistema dei controlli che abbiamo definito». Palese ricorda, infine, che gli autotrasportatori delle bisarche, tre ore prima del lodo, avevano deciso di sospendere la protesta, «dando un grande segno di maturità» Il blocco delle 3.000 bisarche ha messo in ginocchio l'industria automobilistica: 140 mila vetture sono rimaste nei piazzali. Alla Fiat si sono fermati gli stabilimenti di Mirafiori, Melfi, Cassino e per due giorni anche Pomigliano e per i 10 mila lavoratori coinvolti sarà chiesta la cassa integrazione. Il Lingotto ha parlato di danni gravissimi e ha annunciato cause legali.

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