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La Camera vota la fiducia, oggi giro di boa al Senato

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La Camera ha dato in serata, con 330 sì, 144 no e 1 astenuto, il suo sì al secondo voto di fiducia posto dal governo sulla manovra (il primo è stato dato in Senato con la seconda lettura della manovra). Oggi la finanziaria dovrebbe essere definitivamente votata con la quarta lettura del Senato, e forse sarà varata senza il voto di fiducia. In questo senso si è definito un accordo a Palazzo Madama, dove le opposizioni presenteranno solo pochissimi emendamenti e concordano sulla possibilità di chiudere in giornata, a patto però che la maggioranza garantisca la presenza del numero legale, precisando che non soccorreranno la Cdl in caso contrario. Se tutto filerà liscio si potrà dunque evitare un terzo voto di fiducia, le cui procedure di fatto allungherebbero i tempi. Un percorso che ha portato ad un filo dall'esercizio provvisorio, malgrado l'ostentata sicurezza del governo di riuscire ad evitarlo. Ma gli ultimi 10 giorni, a cavallo delle festività natalizie, sono stati all'insegna di una certa ansia per la maggioranza e l'esecutivo. Prima la sentenza della Corte Costituzionale sull'incostituzionalità del blocco del turn over nella pubblica amministrazione, fissato nelle precedenti finanziarie, poi i rilievi della Corte dei Conti sulla sanatorie delle consulenze, quindi i segnali che giungevano dal Quirinale di un possibile rinvio alle Camere in assenza di correzioni, hanno reso necessario più di un ritocco alla Camera e dunque il quarto passaggio a Palazzo Madama. In serata il premier Silvio Berlusconi, ha smentito tensioni con il Quirinale a causa dei rilievi sulla finanziaria. «Io ho stima e rispetto - ha detto - per il presidente della Repubblica, e se si è comportato così è perchè avrà avuto un profondo convincimento». In ogni caso i rilievi del Colle hanno comportato un allungamento dei tempi. Dopo un percorso così travagliato la necessità di cambiare le modalità di approvazione della legge di bilancio è il filo conduttore che percorre maggioranza e governo. Il relatore alla finanziaria Guido Crosetto ha annunciato una proposta di legge di modifica della manovra già a gennaio.

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