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Una task force «catturerà» investimenti

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La linea di Sviluppo Italia nei settori energia, turismo e agroalimentare

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È l'obiettivo della «campagna» promossa da una super task force, che vede in prima linea Sviluppo Italia e i ministeri dell'Economia, Esteri e Attività produttive, con il coinvolgimento attivo delle Regioni. La priorità è chiara: «Segnare un'inversione netta rispetto alla capacità dell'Italia di attrarre imprese» sintetizza il ministero delle Attività produttive, Antonio Marzano, nel presentare l'iniziativa. Per ora si parte in alcuni Paesi «target», quali Germania, Francia, Regno Unito, Olanda, Usa, Giappone e Cina e in tre settori chiave: energia pulita, turismo e agroalimentare. L'asso nella manica è un «Advisory Board», 12 personalità di rilievo italiane ed estere che dovranno delineare interventi operativi. Lo strumento è il «contratto di localizzazione», avviato lo scorso anno dal Cipe con una dote di 140 milioni e che, ha spiegato l'amministratore delegato di Sviluppo Italia, Massimo Caputi, «ha dato risultati eclatanti». «Abbiamo già 30 domande di adesione, per oltre 5,3 miliardi di euro, anche se non tutte potranno essere accolte». E in questi mesi sono già stati «chiusi» tre progetti in Sicilia, Calabria e Sardegna. Le iniziative - è stato spiegato in un briefing al termine della prima riunione del Board a Roma - riguardano infatti solo le zone dell'Obiettivo uno (Sud) e due (aree sottoutilizzate), ma l'idea è di estenderle a tutto il territorio. «Tra i Paesi europei, l'Italia lamenta un flusso di capitali internazionali in entrata tra i più bassi rispetto al Pil ed è al 13° posto nella graduatoria dei 15 Paesi Ue. Una consistente fetta degli investimenti esteri in Italia, inoltre, è di natura esclusivamente finanziaria e quindi senza ricadute positive sulla produzione industriale e sull'occupazione» ha sottolineato Marzano nel saluto ai componenti dell'Advisory Board. Da qui l'idea di uno strumento che dia «scossa» e che vede come novità «assoluta», spiega Caputi, un'«alleanza» a quattro - Esteri, Economia, Map e Sviluppo Italia - che consente avere una struttura operativa che prima non c'era per presentare il paese unito per attrarre investimenti». «L'Italia è un luogo di opportunità anche geografico» osserva Giandomenico Magliano, direttore generale per la Cooperazione economica del ministero degli Esteri, mentre Fabrizio Barca, capo del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo del ministero dell'Economia, tiene a sottolineare che «abbiamo un tessuto imprenditoriale molto ricco. Per un investitore estero arrivare su un terreno già coltivato è un'occasione importante». I contatti con gli imprenditori esteri saranno «one to one» attraverso una rete di «scouting» raccordata con ambasciate e Ice, nei Paesi obiettivo: il primo sarà la Germania. Le istruttorie saranno chiuse in tempi record, «90-120 giorni», assicura Caputi. Che aggiunge: «Nelle scelte cercheremo di esaltare la vocazione del Paese, non agiremo come un ente di promozione indistinto». E non solo: l'idea è di attirare le imprese in Italia ma anche far restare quelle italiane. C'è infatti una percentuale di imprese che vanno a investire fuori Italia e che potrebbero essere convinte a non lasciare. Quanto al «Comitato Strategico» - che si riunirà con cadenza trimestrale per fare il punto sulle misure necessarie - nel board, oltre a Caputi e Barca, vede, fra gli altri, Franco Bernabè, vice presidente di Rothshild Europe, Abdullah bin Faisal bin Turki Al Saud, già presidente della Saudi Arabian General Investment Authority, Oscar Fanjul, vice presidente del fondo Omega Capital.

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