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Un nuovo accordo per affrontare lo slalom

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E dire che la materia da mettere a fuoco è parecchia. E che il presidente e amministratore delegato del «salotto buono» di Piazzetta Cuccia, desidera, anche se non traspare da nessuna delle sue pochissime dichiarazioni pubbliche, avere un viatico tranquillo sulle azioni da intraprendere e sulle strategie da attuare, come è ormai sua abitudine e nel suo carattere. Gabriele Galateri di Genola, il presidente di Mediobanca da poco meno di un anno, romano di nascita, ma piemontese di famiglia, è uomo abituato ad agire in silenzio. Figlio di un ufficiale dell'esercito, dal padre ha imparato a mandare avanti le truppe. Ora si trova con diversi problemi davanti, a cominciare da quelli dell'equilibrio del patto di sindacato, al quale si deve la nomina degli amministratori, e quindi anche la sua. Ma molti di questi problemi sono legati alla stessa composizione del patto, che vede partecipanti suddivisi in gruppi. Al gruppo partecipano Capitalia, Unicredito, Mediolanum e Commerzbank. Sono le prime due a pesare con un 9,861 per cento del capitale, che hanno promesso, allo stesso patto di ridurre a un massimo del 6 per cento. Unicredito ha venduto le azioni con un'operazione di cartolarizzazione che gli fa mantenere i diritti di voto facendogli incassare una bella somma, mentre Capitalia è ancora ferma allo status-quo antecedente, e non sembra voglia cedere quell'eccedenza che il patto ha deciso debba vendere. Un'alienazione non facile. Altro nodo da risolvere è lo scioglimento di Consortium, la finanziaria derivata dalla fusione con Euralux, nella cui cassaforte sono custodite altre azioni di Mediobanca, suddivise un po' fra tutti gli azionisti del patto di sindacato stesso. Da quelli del gruppo A a quelli del gruppo B e C. Del gruppo B fanno parte aziende industriali come Italcementi, Fiat, Telecom, Cartiere Burgo, la ToscoFin, il gruppo Cerutti, la Ferrero, la Candy, alcuni dei quali classificabili alla maniera di Sergio Siuglienti «debitori di riferimento», perché soci e nello stesso finanziati da Mediobanca, e compagnie di assicurazione, come il gruppo SaiFondiaria, Alleanza, Ras. Al gruppo C appartiene la crème della finanza francese, rappresentata da Vincent Bolloré mediante la Financière du Perguet, e la Groupama, accompagnate da Santusa Holding e dal gruppo aeronautico Dassault. Sono i sostenitori di bandiera di Bernheim alla presidenza di Generali, e globalmente rappresentano il 10 per cento dell'azionariato.

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