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Bancari, scioperi in vista Sindacati divisi

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A monte della protesta per ora non c'è la trattativa con l'Abi (Associazione bancaria italiana) per il rinnovo del contratto, scaduto già da due anni e che si aprirà subito dopo le festività natalizie, ma la frattura che si è creata tra i sindacati: confederali da una parte e autonomi dall'altra. I primi hanno spezzato la piattaforma delle richieste, limitando per esempio l'entità degli aumenti in busta paga al 7 per cento, mentre i secondi, Fabi in testa (la federazione autonoma rappresentativa di circa un terzo della categoria) seguita dalle altre sigle (di dirigenti e funzionari di banca) sono pronti a battersi per un 11 per cento in più sullo stipendio (un bottino di oltre 200 euro). Stando alle voci interne, dietro il divorzio tra sindacati ci sarebbe l'atteggiamento risentito dei confederali, soprattutto della Fisac-Cgil, per la rapida crescita della Fabi, che in pochi anni ha rastrellato iscritti emigrati proprio dai confederali, e per la annunciata intesa di quest'ultima con la Dir-credito (rappresentanza dei dirigenti di banca). «È la nostra crescita a dar fastidio, non vedo altre spiegazioni - dice Gianni Caleppio, regista politico della Fabi appena uscita dal congresso nazionale di Sorrento che ha rieletto il segretario generale Carlo Giorgetti - le motivazioni dello strappo fornite dalla Fisac-Cgil non sono mai le stesse, cambiano ogni volta, dimostrando forse che sono pretestuose e non quelle reali. Speriamo nel riavvicinamento, i sindacati divisi indeboliscono la categoria e fanno felici solo le banche». Anche il segretario Giorgetti incrocia le dita: «È un momento difficile e delicato - dichiara - ho dedicato la parte finale della mia relazione al congresso su questo punto: invitiamo le altre importanti organizzazioni del settore a raccogliere la nostra disponibilità nell'interesse dei trecentomila lavoratori del credito i quali si aspettano risultati concreti, tutele efficaci e difese reali della loro professionalità». Le buone intenzioni finora però non sono riuscite ad arrestare le brusche conseguenze. Il 12 dicembre comincia la discussione con l'Abi sui permessi sindacali, e si parte da separati, confederali in una stanza e autonomi nell'altra. La trattativa per i confederali s'avvia poi con un'altra spina nel fianco: le dimissioni (per sfiducia) del segretario Fisac-Cgil Marcello Tocco. Natale ai bancari pare che porterà solo carbone.

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