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Inflazione, battuta d'arresto a ottobre

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Eurispes contesta: l'Istituto sbaglia, il carovita reale è all'8%. Cia: nell'ortofrutta aumenti del 50%

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Secondo le rilevazioni dell'Istat sulle città campione, a ottobre il carovita è sceso al 2,6% dal 2,8% di settembre. Un dato però subito contestato dall'Eurispes. Il presidente Gianmaria Fara dice a chiare note: «L'Istat sbaglia. L'inflazione reale è all'8%». E secondo l'Eurispes è errato anche parlare di «inflazione percepita. Una cosa che non esiste, una pura invenzione semantica». Ma torniamo ai dati dell'Istat. Dopo gli aumenti di luglio-agosto e il dato fermo di settembre, l'infazione di ottobre ci riporta al livello di giugno. A determinare il risultato positivo, secondo gli analisti, sono state le comunicazioni, la benzina e i trasporti. A pesare di più nelle tasche degli italiani sono stati alimentari, ristoranti, scarpe e libri scolastici. I rialzi maggiori negli alimentari si sono avuti a Palermo (+1%), Genova (0,8%) e Firenze, Bari e Venezia (+0,5%). Milano e Bologna le città dove il costo della vita è aumentato meno (+0,3%). È emerso anche un inatteso incremento degli affitti. Tra gli alimentari, sono in calo il pesce, il caffè, l'olio di semi e in qualche caso, frutta e ortaggi. Ad Ancona calo record per fagiolini (18,1%), uva Italia (26,4%) e pere Abate (29,1%), mentre aumentano del 41,4% i cavolfiori e del 70,4% gli spinaci. Abbigliamento e calzature in media sono rincarati dello 0,5%, con l'aumento più elevato a Trieste, dove hanno registrato un +1,9%, e a Bari e Genova, con un +1%. Quanto ai prezzi di frutta e ortaggi secondo la Confederazione italiana agricoltori, quest'anno ci sono stati aumenti che spesso hanno superato il 50% mentre i consumi sono scesi in modo vertiginoso dell'11,7% e la produzione ha subito una contrazione del 30%. Gli aumenti si sono avuti soprattutto nei mesi primaverili e estivi mentre a ottobre l'escalation si sarebbe fermata. Il viceministro alle Attività produttive Adolfo Urso sostiene che «non bisogna abbassare la guardia anche perchè l'inflazione resta superiore alla media europea». Secondo Confcommercio, però, «bisogna riattivare i consumi delle famiglie. Per Confindustria si vedono i primi risultati dell'azione chiesta proprio dagli industriali e dai sindacati e sfociata con il tavolo sull'inflazione di Palazzo Chigi. Cauti i sindacati che ricordano che il differenziale con l'Europa resta alto e i consumi sono al lumicino.

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