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Prezzi in rialzo a fine anno. Nel mirino latte e olio

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Consumatori: telefonate più care. Ma l'Authority smentisce. Letta apre il tavolo sull'inflazione

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L'inflazione si manterrà stabile al 2,8%, «consolidando la tendenza negativa» già emersa alla quale hanno contribuito i prezzi di alberghi, ristoranti e bar ed i servizi finanziari ed assicurativi, che hanno registrato tassi di crescita rispettivamente del 4 e del 7%. A scattare la fotografia del carovita nei prossimi mesi è l'Osservatorio Indis-Unioncamere. Per il bimestre ottobre-novembre, l'Osservatorio prevede, in base alle richieste di revisione di listino trasmesse alle catene di distribuzione, 2% per i derivati del latte, per gli insaccati e per l'olio. «Qualora queste attese comunicate dovessero tradursi in maggiore aggravio dei prezzi pagati dalla distribuzione commerciale - afferma Indis-Unioncamere - l'inflazione alla produzione si porterebbe vicina al 4%. Con riflessi sui prezzi pagati dal consumatore». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta ha convocato per martedì prossimo le parti sociali per affrontare il problema prezzi. Intanto le associazioni dei consumatori chiedono di «fare luce sul capitolo comunicazioni, aumentato secondo l'ultima rilevazione Istat dello 0,9%» nel mese di settembre. Da un lungo calcolo tra voci, indici e pesi delle telecomunicazioni nel paniere Istat, le associazioni deducono per le telefonate su rete fissa un aumento di circa il 4%. Immediata la replica dell'Authority secondo cui la manovra Telecom rispetta i vincoli fissati nella delibera dell'Authority e non c'è stato alcun aumento per le famiglie.

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