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L'IDEA, lanciata dal ministro Tremonti, di usare come antidoto all'inflazione la banconota da un euro, ...

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Per l'Intesa non solo si tratta di «un diversivo», ma di un'idea che dimostra una radicale incomprensione delle «vere cause del carovita, legate al 90% al blocco nei fatti della modernizzazione dei settori dei servizi e dell'intermediazione e inoltre a comportamenti speculativi». In tutto questo, il governo «non ha voluto esercitare alcuna funzione di controllo nella formazione e lievitazione dei prezzi e tariffe - prosegue l'intesa - rincarati senza alcuna evidente e plausibile giustificazione. È nel settore delle tariffe e dei prezzi al consumo che si è registrata, in 20 mesi e con il pretesto dell'euro, la più massiccia speculazione mai realizzata in precedenza». Come se non bastasse, in alcuni casi ai rincari ingiustificati si aggiunge la mancanza di trasparenza da parte degli esercenti che, violando la legge, non espongono i prezzi sulla merce. Accade a Bologna, come conferma l'ispettore Rino Chiarini del nucleo di polizia annonaria dei vigili urbani: «su trenta controlli al giorno - sostiene l'ispettore - spesso rileviamo questo tipo di violazione». E perché non sia mai stata chiamata quella polizia annonaria, invocata a Cernobbio dal ministro Marzano, ad intervenire per reprimere gli evidenti abusi è una delle domande poste dall'Intesa dei consumatori. Ma la richiesta del ministro, affermano Codacons, Federconsumatori e le altre associazioni che costituiscono l'Intesa, arriva tardi: «a buoi scappati e 20 mesi di rincaro consumati». Un periodo in cui le famiglie italiane hanno perso oltre 2.800 euro, secondo una stima delle diverse associazioni di consumatori. Per questo «è arrivato il momento di varare leggi finanziarie che non si limitino a non toccare le tasche dei cittadini ma che portino loro sollievo per riattivare quei consumi stagnanti, attraverso l'accelerazione dei processi di modernizzazione dei settori energia, carburanti, distribuzione commerciale, e sia di bonus fiscale per le famiglie meno abbienti e di recupero del fiscal-drug per tutti». Ed è per far sentire la propria voce che l'Intesa scenderà in piazza il 16 settembre in una manifestazione di protesta che ha raccolto anche l'adesione della Cia, la Confederazione italiana agricoltori. Una partecipazione motivata dal rischio, già a suo tempo denunciato dalla Cia, che la siccità dei mesi scorsi possa «creare condizioni di aumenti dei prezzi finali dei prodotti sproporzionati rispetto a quelli registrati alla produzione», oltre che «per i continui aumenti delle tariffe dei servizi pubblici e dei servizi del settore bancario ed assicurativi».

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