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Fiori: nei contratti anche gli aumenti ai pensionati

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Tutti i trattamenti diventano pensioni d'annata poichè non è previsto nessun meccanismo di aggancio all'aumento reale del costo della vita. Questo problema è stato sollevato più volte dalla Corte dei Conti ma finora la Corte Costituzionale non ha dato una risposta. Il vicepresidente della Camera Publio Fiori che più volte ha posto all'attenzione dei parlamentari questo problema, ora avanza due soluzioni. Il problema delle pensioni d'annata andrebbe affrontato nella riforma? «Le riforme non possono essere fatte solo con la preoccupazione di bilancio ma devono restituire una condizione di giustizia. Tra tutti i diritti che la Costituzione garantisce ai pensionati c'è quello che la pensione non deve mai diventare un assegno virtuale e simbolico. Il trattamento pensionistico non deve perdere a tal punto potere d'acquisto da diventare insufficiente a garantire una vita dignitosa. Bisogna eliminare questa ingiustizia che è quella delle pensioni d'annata ovvero quei trattamenti che ogni anno perdono per colpa dell'inflazione un 3-5% l'anno. Va inserito nella riforma il principio che anche le pensioni hanno diritto a una rivalutazione e pertanto i contratti per i lavoratori devono prevedere l'aumento delle pensioni». Dove si prendono i soldi? «Ci possono essere due soluzioni. Una tassa di scopo, ovvero un prelievo fiscale per adeguare le pensioni al costo della vita. L'adeguamento potrebbe essere graduale. Seconda ipotesi: trattare gli aumenti delle pensioni nei contratti dando la priorità alle pensioni più vecchie. I sindacati stabiliscono quale pensioni vanno aumentate e con quale percentuale. Io ho presentato questa proposta come emendamento alla scorsa Finanziaria ma è stato bocciato. Ora intendo sottoporre questa ipotesi all'attenzione di tutti i parlamentari per farla firmare. Vedremo allora chi è a favore dei pensionati e chi no».

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