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Trasporti, nella Ue scarsi finanziamenti

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Loyola De Palacio avverte: servono 4 miliardi l'anno. Largo ai contributi privati

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Loyola De Palacio (foto), vice presidente della Commissione Ue, non bada a spese: «Servono - ha annunciato nel corso della riunione partenopea dei ministri europei dei trasporti - almeno quattro miliardi di euro all'anno», rispetto al programma attuale che prevede fondi per appena 600 milioni di euro. "Sulla realizzazione delle opere infrastrutturali siamo molto in ritardo - ha detto la commissaria - dei 14 progetti pianificati nove anni fa, solo 3 sono stati fatti e ne mancano altri 11 allo scadere del termine fissato nel 2010. I fondi pubblici da soli non sono sufficienti, abbiamo bisogno anche di finanziamenti privati". E a questo punto Loyola De Palacio ha spiegato alla platea la formula dei cosiddetti finanziamenti innovativi, che si basano, appunto sull'apporto economico dei privati per evitare di aumentare le tasse ai cittadini dei Paesi membri. "Non credo che sarà necessario incrementare le imposte - ha detto la commissaria-. Piuttosto c'é bisogno di integrare con i fondi pubblici i capitali privati, realizzando delle public-private partnership. La bozza della Carta di Napoli, il documento conclusivo del vertice interministeriale, contiene anche un impulso alle autostrade del mare per superare le barriere naturali, più coordinamento tra gli stati membri dell'Ue allargata e sollecita la Commissione europea ad adottare iniziative in questa direzione. La rete di trasporti transeuropea - hanno affermato i ministri - deve interconnettersi con le reti nazionali per favorire gli scambi commerciali, raggiungere le aree periferiche, superare le barriere naturali, creare le connessioni ancora mancanti e riuscire quindi ad aumentare la competitività e la coesione tra i membri della nuova Ue allargata. I ministri hanno sottolineato che le infrastrutture dei trasporti vanno considerate nella giusta dimensione europea, tenendo conto della funzione transfrontaliera che supera gli ambiti nazionali ed oltrepassa la responsabilità dei singoli stati, con una ricaduta sull'intera Unione. Dal vertice di Napoli è arrivato anche un impulso allo sviluppo delle autostrade del mare dell'Europa meridionale per decongestionare i collegamenti attraverso le Alpi ed i Pirenei. Italia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta per lo sviluppo dei collegamenti marittimi brevi. L'incremento dei collegamenti marittimi brevi - secondo i cinque ministri dei trasporti Ue - permetterà di fronteggiare le conseguenze dell'aumento dei volumi di traffico previsti di qui al 2010, superando le barriere naturali costituite dalle catene montuose delle Alpi e dei Pirenei. Quanto alle grandi infrastrutture previste in Italia, a Napoli è stato ribadito l'inserimento del Ponte sullo Stretto di Messina tra i 18 progetti prioritari europei del piano van Miert. L'opera si appresta ad essere ora sottoposta all'esame della Banca Europea degli Investimenti «i cui criteri sono rigidi - ha sottolineato l'amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci - ma siamo sicuri di poterli superare". Sul fronte dell'autotrasporto, infine, il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunadti ha riproposto l'idea del ticket europeo per far viaggiare le merci via gomma, via mare, o per ferrovia.

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