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La cultura non è gratis

Botta e risposta tra il ministro Bonisoli e Franceschini

Pietrangelo Buttafuoco
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Niente più domeniche gratuite nei musei. O meglio: «È l'obbligo che non va bene», dice Alberto Bonisoli, il ministro della Cultura, «lascerò maggiore libertà ai direttori». Niente più scampagnate a sbafo nei siti archeologici, «rischiamo anche» – prosegue Bonisoli – «di svalutare il valore dei nostri siti». Ecco il ragionamento del ministro: «Aprire gratis la prima domenica di agosto con migliaia di turisti stranieri non va bene». Dario Franceschini, ex inquilino del Ministero, è invece contrariato. Dice che era «pedagogico ed educativo» dare tutta quella cultura a gratis ma il concetto proposto da Bonisoli, quel «svalutare», toglie ogni argomento ai pur acculturati detrattori. In un'Italia dove giustamente non si riparano rubinetti gratis uno stagnino è professionalmente più tutelato – con tutto il rispetto – di un artista o di un operatore culturale per i quali la propria produzione è pari a zero. E la «svalutazione» di cui parla Bonisoli riconduce la questione a un punto: il dare la cultura come fosse intrattenimento ciripiripì di festa, farina e forca è il dare le perle ai porci. L'unica pedagogia – la più urgente educazione – è il valore, il far pesare il valore.

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