
Repubblica a chi?

L'Italia nasce con Roma e preesiste anche alla cristianità
Domani, dunque, la Repubblica. C'è anche un modo di dire, al Sud, per significare il caos, la confusione, l'insolenza. Si dice – «E che è, Repubblica?» – laddove l'armonia, l'ordine e l'educazione corrispondono a legittimo Re e santissimo Regno. Ma la questione, adesso, è un'altra. L'Italia è molto più antica della sua Repubblica, quella che domani sfila ai Fori (imperiali). E l'Italia, infatti, nasce con Roma che non è precisamente la città di oggi, bensì un'idea dell'eterno, spiegata da un termine impegnativo – civiltà – che per molti, nel mondo, è ancora un punto fermo. Come la Cina che si specchia in se stessa - ritrovando Confucio – e s'illude che l'Italia di oggi sia quella di Tito Livio. L'Italia preesiste anche alla cristianità, è ben più ghibellina che guelfa ed è plurale perché sta a Ravenna, presso la Tomba di Dante, a Palermo dove riposa Federico II, a Pola, la cui Arena – la Pietas Julia – è più antica del Colosseo. L'Italia è il Mediterraneo. È il mare dove transita il futuro – il luogo della contemporaneità, la placenta dei popoli – e perciò, nessuno si offenda, c'è molto più mondo nell'Italia che non c'è di quanto ne possa avere la Repubblica (quella che c'è).
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