Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Scar Let di Stefano Coppari, la musica come cura in questo tempo ferito

Esplora:

  • a
  • a
  • a

Scarlet è «un colore doppio, che racchiude eleganza ma anche passione ed energia. Il rosso scarlatto rappresenta passionalità, è il colore del sangue ma anche di tessuti molto pregiati». Nasce così Scar Let, il nuovo album del chitarrista marchigiano Stefano Coppari – con Nico Tangherlini (pianoforte), Lorenzo Scipioni (contrabbasso) e Jacopo Ausili (batteria) – uscito il 22 maggio per Auand Records. E questa doppia anima svelata dal titolo si può ritrovare anche all’interno della musica, con elementi più strettamente legati alla musica colta come la centralità del pianoforte, le frequenti sfumature dinamiche e una chiara vena melodica, che si intrecciano con l’imprevedibilità e l’inconsuetudine delle composizioni. Con la vittoria al Jazz Festival Johnny Raducanu nel 2018, la formazione ha maturato un suono il cui risultato va oltre la somma dei componenti: come spiega il chitarrista, non ci si è limitati a comporre e suonare: «Ognuno ha apportato idee, arrangiamenti e stimoli su cui poi abbiamo potuto costruire un suono, in un percorso che ci ha portato a vivere questi questi brani e l’idea di band in modo molto efficace e produttivo».  Dal punto di vista tecnico, troviamo loop di chitarra abbinati a melodie lineari, sonorità a volte spigolose e sperimentali, ritmi ipnotici che creano cambi repentini di colori e atmosfere, catapultando inaspettatamente l’ascoltatore in momenti sonori spesso contrapposti tra loro senza preavviso. L’unico brano non originale del disco è proprio quello che ha segnato la loro svolta, “La Mouffe”, una sorta di pietra miliare della band: «Per partecipare all’International Jazz Festival Johnny Raducanu, abbiamo voluto arrangiare un brano del compositore omonimo. Mentre lo provavamo ci siamo accorti che stava nascendo un suono di gruppo, una sensazione difficile da spiegare, ma eravamo molto eccitati da questa cosa. È stato un momento molto illuminante, che ci ha permesso di credere nella direzione musicale in cui stavamo andando».  I brani originali sono ricchi di giochi di parole come “Alt Her Ego”, “Heartbeat” o come la title track, spiegata dallo stesso ideatore: «“Scarlet” può facilmente diventare “Scar Let”, sfruttando il verbo “To Let”  (lasciare, permettere) e il sostantivo “Scar” (cicatrice), il titolo suggerisce anche un lasciarsi cicatrizzare, un lasciarsi curare attraverso la musica. E come sia possibile farlo attraverso le nostre passioni, le persone e i luoghi che amiamo e che permettono di rimarginare le nostre ferite».   Stefano Coppari nasce nel 1983. Inizia lo studio della musica all'età di 12 anni e si laurea con 110/110 in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "G.Rossini" di Pesaro, per poi specializzarsi in “Direzione e Arrangiamento per Orchestra” sotto la guida del M° Bruno Tommaso sempre presso il Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro. Contemporaneamente studia chitarra jazz e improvvisazione con Fabio Zeppetella e Ramberto Ciammarughi e partecipa a diversi seminari tra cui per due anni Siena Jazz e Roma Jazz’s Cool, dove ha la possibilità di confrontarsi con musicisti del calibro di Jeff Ballard, Peter Bernstein, Avishai Cohen, Gilad Hekselman, Roberto Cecchetto, Kurt Rosenwinkel ecc... Viene selezionato da Siena Jazz per essere inserito nella combo di Enrico Rava nell’estate del 2016. Il primo album in veste di leader arriva nel 2016 ed è intitolato Stefano Coppari Quartet "Eureka", prodotto dalla casa discografica Auand. L'album riceve molta considerazione dalla critica e dalla stampa in Italia e all'estero, specialmente in Giappone e Corea e viene considerato "elegante e leggero, stratificato e gustoso. Un concentrato di melodie orecchiabili e capacità tecniche". Nel 2018 partecipa all’ International Jazz Festival "J. Raducanu" in Bräila (Romania) con lo Stefano Coppari Quartet e vince il premio come “miglior formazione del festival 2018”. In questi anni collabora in studio e dal vivo con alcuni tra i più importanti jazzisti italiani come John B. Arnold, Stefano Paolini, Franco Cerri, Massimo Manzi, Massimo Morganti, Ares Tavolazzi, Gaetano Partipilo, Domenico Cartago, Samuele Garofoli, Claudio Filippini, Fabio Zeppetella, Samuele Strufaldi, Ivan Liuzzo, Giulio Stermieri.

Dai blog