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Vittorio Sgarbi, dopo il monologo sulla lite la lezione di Barbara d'Urso: ti avrei dato calci nel c***

Vittorio Sgarbi non ritorna in ginocchio da Barbara d'Urso e non chiede scusa per averla definita "raccomandata" ma...

Giada Oricchio
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Vittorio Sgarbi non ritorna in ginocchio da Barbara d'Urso a “Live – Non è la d'Urso” e non chiede scusa per la tele-rissa di una settimana fa, ma porta una enorme fascio di rose rosse e si piega al cospetto della conduttrice Mediaset. Rose rosse per sigillare la pace, capo cosparso di cenere e aria sottomessa: si presenta così Vittorio Sgarbi nello studio di “Live – non è la d'Urso”. Il critico d'arte tiene una lectio sul significato semantico della parola “raccomandazione” che aveva scatenato una lite furiosa tra lui e la d'Urso una settimana fa e afferma: “Raccomandazione non ha per forza un significato negativo. E' stato un enorme equivoco, mi dispiace. Tanto meno quando dico ‘Berlusconi ti ha raccomandato a me', lo ha fatto dicendo che eri brava, cosa posso fare io? Non è che posso darti qualcosa. Nel raccomandare qualcosa a me c'era una lode, l'equivoco è nato da quello, ma non possiamo far nascere uno scontro quando io ospite sono cacciato da te perché tu hai equivocato una parola. Non c'era la materia. Hanno dato diverse giustificazioni della tua posizione verso di me, eri molto turbata per il Coronavirus, ma siamo stati l'argomento della settimana. Avevo tenuto una lezione su Michelangelo a La Pupa e il Secchione ed era stata tagliata”. Dunque, niente scuse ufficiali. Barbara d'Urso lo ascolta e gli mette gli ossicini in fila indiana: “Non posso commentare cosa è accaduto a La Pupa e il Secchione perché non era un mio programma. Accetto le rose, comprendo la tua descrizione della parola raccomandazione, ma secondo me e nella volgata popolare ha un significato ben preciso, significa ‘fai in modo che', potevi sottolineare la mia bravura se volevi farmi un complimento, non dire raccomandata. Vittorio, io sono andata via di casa a 18 anni e ho vissuto la mia vita lottando per la meritocrazia, l'ho insegnata ai miei figli che fanno tutt'altro lavoro e quella parola mi ferisce. La tua reazione è stata brutta, scomoda, sei andato avanti in maniera forte e violenta, io penso che un uomo colto, come te, debba sempre essere gentile. Sono rimasta molto male per quello che hai detto, accetto le rose, non ho le tue scuse, ma va bene così” e Sgarbi: “Te mi hai cacciato dalla trasmissione però  perla prima volta hai usato la parola cu*o, ma ti ripeto che in Dante la parola ‘raccomandare' è altissima, è ‘ti raccomando mia madre'”. Barbara d'Urso lo fulmina con lo sguardo e taglia come un rasoio: “Per me non è così e davvero ti avrei dato tanti calci nel c**o”. Poi dà la pubblicità e passa a un altro argomento.

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