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Lucio Presta si mette a nudo. Ecco i suoi segreti

Carlo Antini
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“Ho giocato in serie A senza passare per la Primavera”, Lucio Presta racconta la sua vita: da ballerino a manager delle star. Tutto inizia così...“Quella notte ho perso tutto. Ho perso mia madre, morta di parto. Togliere ad un bambino il calore della pelle di una mamma significa privarlo di tutto”: Lucio Presta, il manager delle star più famoso, si racconta senza segreti per la prima volta in un libro che sta andando a ruba. “Ho vinto lo stesso, anche se la vita mi ha tolto mia madre”, dice Presta alla presentazione del suo libro accanto a Eleonora Daniele e Rita Dalla Chiesa (due regine del piccolo schermo). Da ballerino a manager. Passando per mille lavori fatti per sbarcare il lunario quando era ragazzo. “Ho fatto anche il cameriere, e che mance ricevevo nei locali di lusso”, ricorda Presta. Che ha iniziato a ballare nei programmi di punta di Rai1. “Ballavo con Heather Parisi, che aveva un manager fumantino, presi il suo posto e iniziai a seguirla come impresario. Ero all'inizio. Ma lasciai la danza. Insomma, ho giocato in serie A senza passare per la Primavera”, precisa Presta. Per approfondire leggi anche: Il figlio di Lucio Presta si sposa. La Perego non c'è, Bonolis sì Rivoluzionario da ragazzo, ma sempre determinato, Lucio respira sin da ragazzo l'aria del mondo dello spettacolo lavorando con i personaggi più grandi. Oggi è un punto di riferimento per molte star. Che si affidano solo a lui: abilissimo nelle trattative. “Da ragazzo, quando facevo il ballerino, ero quello che faceva le battaglie per l'aumento della diaria che all'epoca era di seimila lire. Chiesi di portarla a dodicimila. Mi ritrovai solo a scioperare”, racconta Presta. Nel suo libro c'è il vero Lucio. Quello che conoscono gli amici, i suoi figli, Paola Perego, la sua terza moglie. Lucio dice di essere “Nato con la camicia”, proprio come s'intitola il suo libro, perché pur avendo perso sua madre in quella maledetta notte - e vivendo un rapporto difficile con suo padre - riesce a riprendersi tutto quello che la vita gli toglie appena nato. “Quella maledetta notte del 14 febbraio c'era la finale di Sanremo. Vinse Romantica di Tony Dallara. Ancora oggi quando ascolto quella canzone penso a mia madre. Da qualche parte mi guarda, mi guida”, assicura Presta. Che durante la presentazione del suo libro racconta un particolare bellissimo del suo fedele cane Falco, morto diverso tempo fa. “Era un pastore della Polizia. Era addestrato. Ci siamo scelti. Per averlo in affido ho lottato. Era la mia seconda metà. Con lui non avevo segreti. Ci somigliavamo, lui di me sapeva tutto. Ma credetemi: proprio tutto. Quando è morto ho giurato che non avrei avuto più cani”, parola di Presta. Che conclude con un consiglio ai giovani: “Impegnatevi, studiate,sudate. Ma disobbedite. A volte può servire”. 

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