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È ufficiale, "X Factor" caccia Asia Argento: "Per tutelare i concorrenti"

Asia Argento

Giada Oricchio
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Asia Argento fuori da X Factor 12 che parte domani 6 settembre su SkyUno. L'annuncio ufficiale è arrivato durante la conferenza stampa di presentazione del talent. La produzione ha deciso di escluderla “per tutelare i concorrenti”. Intanto è stato reso noto che a condurre la striscia quotidiana saranno Benji&Fede. Prendono il posto di Aurora Ramazzotti.  Il direttore delle produzioni originali Sky Nils Hartman, seduto di fianco a Fedez, Manuel Agnelli e Mara Maionchi ha preso il toro per le corna: “Come vedete Manca un giudice. Qualcosa è stato detto. Dopo questa prima fase inizieranno i Live Show e un nuovo giudice si siederà al tavolo: di comune accordo con Asia abbiamo infatti deciso di interrompere la nostra collaborazione per tutelare i concorrenti rispetto a una vicenda che è estranea a loro e al programma e che distoglierebbe l'attenzione dal vero fulcro di X Factor, la musica e il talento. Manderemo in onda le audizioni così come sono, con lei”. L'Argento ha registrato la prima parte del programma, ma da oggi è fuori. Anche perché deve difendersi dal caso Bennett. “Tu parli e io non ti pago” è il succo del cambio di strategia di Asia Argento che ha sospeso l'ultima tranche del pagamento di 380.000 dollari a favore di Jimmy Bennett, l'attore che l'ha accusata di averlo molestato quando era minorenne. L'attrice italiana esponente del movimento #Metoo ha versato finora 250.000 euro, ma dopo lo scandalo rivelato dal “New York Times” e dopo il comunicato flop ha chiuso i cordoni della borsa e cambiato avvocato. Adesso Asia Argento è assistita da Mark Jay Heller con studio al 445 di Park Avenue, New York. Lo stesso a cui si rivolse Lindsay Lohan per i suoi problemi con la giustizia nel 2013 e a cui disse durante un'udienza: “Perché diavolo lo hai detto? Non dire altro…oh mio Dio, parla ancora, lo uccido!”. Sul sito dello studio legale si legge che Asia Argento e il suo avvocato hanno lanciato la seconda fase del movimento “#Metoo”: “La relazione con Bennett non è mai stata sessuale, ma alla fine si scoprirà che è stata lei ad essere attaccata da Bennett. Ora che Bourdain è morto e non può commentare sul desiderio di evitare un potenziale scandalo, Asia non permetterà che nessun'altra rata del pagamento concordato di 380 mila dollari sia pagata a Bennett che ha già ricevuto 250 mila dollari”. E ancora: “Il coraggio di Asia quando ha accusato Harvey Weinstein non è svanito. La fase due del movimento #MeToo impone che la voce di una vittima, anche quando c'è una storia che la mette in dubbio, sia ascoltata. Auspico che alla fine il tribunale della pubblica opinione determinerà che Asia non ha mai avviato un contatto sessuale inappropriato con un minore, bensì è stata attaccata da Bennett e ora soffre le conseguenze di una campagna di fango da parte degli accusati che hanno interesse a che i loro accusatori perdano credibilità”.      

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