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La faccia cattiva di Augusto

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Nel libro della Prossomariti vizi e crudeltà dell'antica Roma Persino il fondatore dell'impero fu un tiranno sanguinario

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Ilfondatore dell'impero non fu solo uomo coraggioso e probo ma anche un giustiziere sanguinario e spietato. Come quando, dopo la battaglia di Filippi, si ritrovò faccia a faccia con diversi prigionieri senza mostrare neanche un pizzico della clementia Caesaris. Svetonio racconta che uno dei prigionieri gli chiese di poter avere una degna sepoltura e il princeps rispose di non preoccuparsi perché ci avrebbero pensato gli avvoltoi. O come quando costrinse padre e figlio a giocarsi la grazia in una gara di morra alla quale non sopravvisse nessuno dei due. Come Augusto anche gli uomini in apparenza più virtuosi dell'antichità potevano nascondere un lato oscuro. Nel suo «I personaggi più malvagi dell'antica Roma», l'archeologa Sara Prossomariti analizza le fonti e ripercorre la vita di tanti protagonisti inquietanti della Roma imperiale, l'evolversi della loro crudeltà in un crescendo che, da semplici viziosi, li ha resi in molti casi veri e propri criminali. Tra loro ci sono politici, tribuni della plebe, congiurati, guardie del corpo e prefetti del pretorio. Alcuni personaggi hanno ottenuto il titolo di malvagio per tutta una serie di atti da loro compiuti o, per meglio dire, per il loro stile di vita generale. Altri, invece, hanno guadagnato la palma d'oro per via di singole azioni che gli autori antichi hanno ricordato e che molto spesso hanno travisato. In alcuni casi, infatti, dietro di esse non c'era una condotta di vita pessima ma un singolo momento di smarrimento. Costantino il Grande, paladino della cristianità, si convertì per fede o per mero opportunismo? Per non parlare di Gaio Mario, l'eroe del popolo romano, il nobile avversario del prepotente e tirannico Silla, il quale non disdegnò di diventare per ben sette volte console, contravvenendo alle leggi romane e proponendosi come unico dominatore dell'Urbe. Sempre lui si dotò di una guardia armata e al momento opportuno la sguinzagliò contro i suoi nemici, anziché usarla per la propria protezione, per poi avere il coraggio di definire Silla un tiranno. Ai nomi famosi si affiancano quelli meno noti o quasi sconosciuti, o quelli delle donne più spietate, avvelenatrici di professione o matrone di alto rango. Un intero capitolo del libro è dedicato alle signore, ai loro delitti e al loro rapporto col veleno. Si credeva, infatti, che le donne, essendo dotate di una forza inferiore rispetto agli uomini, fossero ricorse abbastanza presto all'uso di sostanze velenose come armi di difesa e offesa e lo stesso avrebbero fatto con il sesso. Tra torture, omicidi politici, sinistri rituali, atti di violenta lussuria, deliri paranoici e lotte per il potere, sono in molti a contendersi il titolo di personaggio più malvagio. Ma sarà tutto vero quello che ci tramandano gli antichi cronisti? O forse, per interesse, qualcuno calcava la mano per screditare un avversario? Insomma si può stabilire una verità storica? Se Nerone era buono o cattivo non lo sapremo mai con certezza assoluta ma ognuno può continuare a dire la sua, a formulare ipotesi adducendo prove e decidendo di assumere il ruolo di accusa o difesa, tenendo ben presente che questo è un processo che resterà pur sempre solo indiziario.

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