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Rossella: dopo 33 anni assurdo l'«esilio» degli ultimi sovrani

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Andaia Cascais a intervistare Umberto II. L'ex re aveva una conoscenza incredibile dell'Italia di quegli anni. Nel suo studio, cataste di riviste del Touring Club consumate per quanto le aveva sfogliate. Toccammo l'argomento del ritorno delle salme reali a Roma, per la sepoltura al Pantheon. Un tema che trovava d'accordo pure la sinistra. Dopo 33 anni non è ancora avvenuto. Assurdo». Il rilievo è di Carlo Rossella, giornalista di razza e di bon ton. E lo fa davanti alla primogenita di Umberto II, Maria Pia, la principessa soave e glamour che ha saputo essere modella per Vogue e giornalista, al centro del bel mondo e custode saggia delle memorie familiari. La cornice dell'incontro è il romano Palazzo Ruspoli, dove Maria Pia e il principe Michele de Bourbon-Parma, suo secondo marito, sono stati ospiti per due giorni di Sforza Ruspoli. E dove appunto Rossella insieme al professor Guglielmo de' Giovanni Centelles ha parlato di fronte a un parterre de roi (il cardinal Poupard, Francesco Perfetti, Giulio Anselmi, Carla Fendi, Emmauele Emanuele, Janos Esterhazy tra gli altri) del libro «La mia vita, i miei ricordi» firmato per Mondadori da Maria Pia, e di «Un prince dans la tourmente», l'autobiografia del suo consorte. Foto inedite fanno la parte del leone nel volume della principessa Savoia. Quelle con maman Maria Josè, la regina altera che ebbe il coraggio di insultare gli occupanti tedeschi. Quelle degli anni portoghesi, del primo matrimonio con Alessandro di Jugoslavia, dei quattro figli. E ancora, gli scatti durante l'intervista al Duca di York e quelli della crociera organizzata dalla sovrana di Grecia, Federica. «Sotto la monarchia forse Atene stava meglio», commenta Carlo Rossella svariando dal mondo dorato degli anni '60 a quello tormentato di oggi. Ma a colpire sono soprattutto le pagine finali dell'autobiografia: «Non ho mai dimenticato che un sorriso e l'ottimismo servono a vivere la fantastica avventura che è la vita», scrive Maria Pia, principessa esiliata a dieci anni. «È maestra di stile - rilancia poi Rossella - Dei quattro fratelli, quella che somiglia di più a Umberto II. E la sua prediletta, come ben sapeva Giovanni Agnelli. Ma ci deve spiegare qualcosa in più di lei. Quel suo speciale rapporto con l'angelo custode...». Maria Pia glissa, charmant nella camicetta a ramages. Non una parola sul ritorno delle spoglie dei genitori in Italia, tantomeno sull'angelica protezione. «Sono felice di essere a Roma e di rivedere tanti amici dopo molto tempo». E cede la parola a Michele de Bourbon, che ha ancora, a 86 anni, il piglio elegante del francese e quello deciso del combattente. Le memorie pubblicate da Nimrod dicono del sedicenne addestrato negli Usa per la resistenza ai nazisti. Della guerra in Vietnam dove viene catturato dai vietmin e sbattuto per mesi in una prigione di canne di bambù. «Per raccontare quello che ho vissuto ho aspettato il Freedom Information Act», sottolinea. Anche lui è stato protetto dall'arcangelo.

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