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A caccia dei suoni perduti

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Dal telefono con rotella al fruscio dei dischi Su Internet l'archivio del passato prossimo

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Ununiverso fatto di profumi, sensazioni, ricordi e... rumori. E come se ognuno di noi associasse i rumori a un'immagine, che poi viene collocata in un certo periodo della nostra vita. Nella stragrande maggioranza dei casi, questi suoni si perdono nei meandri della nostra psiche riaffiorando di tanto in tanto o perdendosi per sempre perché «coperti» dalla quantità incredibile di informazioni che recepiamo ogni giorno. Ma sarebbe bello non dimenticare, e anzi poter riascoltare quel particolarissimo suono con un solo click. Proprio da questo desiderio inconscio nasce il sito internet «www.savethesounds.info», una sorta di piccolo web-museo che ripropone alcuni fra i rumori più noti per coloro i quali hanno vissuto gli anni 80 e 90. Il creatore Brandan Chilcutt ha spiegato che ha messo online, a gennaio 2012, questo suo personalissimo progetto per salvaguardare i simboli tecnologici dei decenni passati. «Non posso pensare che i giovani di oggi non abbiamo mai sentito il jingle dell'apertura di Windows 95». Ma i suoni presenti nel web-museo sono davvero parecchi, e ognuno richiama i tempi che furono, riportando nella mente vecchi ricordi che profumano di vintage e fanno venire la pelle d'oca: si passa dal fruscìo della musicassetta, al rotore di un telefono in bachelite, dall'inserimento di una videocassetta, al caratteristico rumore del Grillo Parlante di Texas Instruments passando poi per l'accensione di un Gameboy, alla connessione di un modem a 56k, alla suoneria di un vecchio cellulare della Nokia a molti altri ancora. Chilcutt prevede di terminare la propria raccolta dei suoni entro il 2015, nel frattempo lascia il suo indirizzo mail sul sito per confrontarsi, accettare suggerimenti e critiche. E fare amicizia. Nel giro di pochi mesi la creazione di Chilcutt è diventata un vero cult della rete, specialmente fra i trentenni, che attraverso il solito tam tam su Internet, hanno amplificato la pagina web.Ma il museo dei suoni è solo uno fra gli esempi più originali di caccia al ricordo. La rete è infatti costellata di siti che collezionano vecchi spot, Jingle accattivanti, giocattoli vintage e oggetti caratteristici del periodo a cavallo fra gli anni 80 e 90. I più nostalgici hanno costruito alcuni video montando foto e parole su una base musicale al grido di «noi che che ora siamo qui a ricordare, noi che siamo stati queste cose e gli altri non sanno che cosa si sono persi». Altri hanno costruito elenchi e pagine di prodotti non più in commercio, vestiti e filastrocche. Il web con i suoi blog, con i suoi miliardi di informazioni è la piazza virtuale dei nostalgici, è l'espressione di amore verso un periodo nel quale vivere era forse più semplice, più sano e meno complicato. Il bisogno di voler ricordare nelle generazioni dei trentenni è il sintomo palese che un'epoca è realmente passata. La ricerca del ricordo, la caccia a quella canzone che mandavano alla radio mentre tu studiavi, quella merendina che la mamma ti dava prima di andare a scuola e che ora è diventata meno saporita e grande la metà di quella di una volta sono segnali inconfondibili del cambiamento. La vita è cambiata, ma sopratutto il modo di vivere non è più quello di un tempo. La domanda nasce spontanea: chissà come sarà cambiato il mondo quando i trentenni di oggi avranno cinquant'anni e i ragazzini di dieci ne avranno trenta? L'unica risposta è vivere, vivere consapevoli di ciò che si è stati in passato per poi migliorare domani. Se poi anche la rete ci dà una mano, il percorso verso la scoperta sarà senza ombra di dubbio più facile.

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