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Natalia Poggi Viva Ida Magli, viva i suoi libri tagliati con l'accetta, veementi e spietatamente lucidi.

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L'ultimafatica della più grande antropologa italiana è «Dopo l'Occidente» (Bur Rizzoli, pag. 240 euro11,00) . Già il titolo ha una forte impronta apocalittica. «Dopo l'Occidente» nasce dalla constatazione che noi vecchia Europa e ancor più vecchia Italia siamo già condannati all'estinzione. Senza appello. Una certezza spengleriana anche se qui il cerchio della storia che si chiude non c'entra affatto. Il segnale che manda oggi la cultura occidentale è che siamo etnologicamente morti. Perché mai gli occidentali percepiscono intorno a sé un disagio vuoto che li esaspera spingendoli a un consumo sfrenato e senza senso? Cosa c'è dietro questa fretta che ci divora, questa realtà che affonda le radici praticamente nel nulla? Quante volte abbiamo percepito tutto questo senza sapere che fare? Continuamo a girarci intorno. La Magli ci illumina: noi non produciamo più pensiero, scienza (che nulla a che vedere con la tecnologia) filosofia, letteratura, arte. Al loro posto c'è il mercato, la pubblicità, gli indici di Borsa che cambiano continuamente e considerano la vita degli uomini qualcosa di insignificante. E l'Italia? Nello specifico siamo diventati un popolo «che fallisce». Ma può un popolo fallire, si domanda la Magli? La verità è che in nome di questo allarme che è una truffa, abbiamo accettato passivamente l'insediamento dello pseudogoverno Monti che ha decretato la fine della politica. Le nostre colpe sono antiche: adottando l'euro l'Italia ha rinunciato a battere moneta e ha perso lo strumento principale della sua indipendenza. È costretta a pagare il denaro che le viene fornito dalla Banca centrale europea con interessi sempre più alti finche non sarà strozzata. L'operazione governo Monti è stata poi una falsificazione del bene. Il popolo ci è cascato. Mala tempora currunt. Il nostro futuro è tetro: saremo invasi dai musulmani dell'Africa del Nord che non avranno pietà. Distruggeranno anche le nostre opere d'arte. Allora saremo nell'oblio.

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