Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

David: trionfano i superottantenni fratelli Taviani

default_image

  • a
  • a
  • a

Lavita può essere molto dura per loro e, proprio come dice un detenuto di "Cesare deve morire", l'arte può riscattare il dolore e dare la giusta coscienza. Il film nasce da un grande dolore di gente che ha avuto colpe e questo nostro film va incontro a questo dolore e diventa arte». Tra le lacrime dei Taviani, quasi inevitabile la standing ovation del pubblico dell'Auditorium della Conciliazione di Roma per le cinque statuette, su otto candidature, ricevute dai due fratelli, tutte per i riconoscimenti più importanti: miglior film, migliore regia, miglior produttore (Grazia Volpi per Kaos, con Stemal, Le Talee, La Ribalta e Rai Cinema), miglior montatore (Roberto Perpignani), migliori fonici (Benito Alchimede e Brando Mosca). Mentre i superfavoriti si sono dovuti accontentare. Sei David a Paolo Sorrentino per «This must be the place» (sceneggiatura di Sorrentino e Contarello, fotografia di Luca Bigazzi, musica di David Byrn, canzone di Byrne e Oldham interpretata da Michael Brunnock, trucco di Luisa Abel e acconciature di Kim Santantonio). Tre statuette a Nanni Moretti per «Habemus Papam» (l'attore protagonista Michel Piccoli, la scenografia di Paola Bizzarri e i costumi di Lina Nerli Taviani, peraltro moglie del regista Paolo). Sempre tre David anche a Marco Tullio Giordana per «Romanzo di una strage» (agli attori non protagonisti Michela Cescon e Pierfrancesco Favino e ai migliori effetti visivi di Stefano Marinoni e Paola Trisoglio). Sorpresa per il premio alla cinese Zhao Tao, attrice protagonista di «Io sono Li» di Segre, mentre quasi annunciato il David a Francesco Bruni per «Scialla!» come regista esordiente (già vincitore del David Giovani). Soddisfazione per il trionfo del migliore documentario «Tahir liberation square» di Stefano Savona coprodotto da Raitre, sulla rivoluzione di Piazza Tahrir al Cairo: il film, che verrà - tra l'altro - distribuito negli Usa, è già stato venduto in più di quindici paesi tra cui Canada, Germania, Francia, Portogallo, Israele, Russia e Tunisia. La 56esima edizione del David di Donatello, presentata da Tullio Solenghi, si è svolta all'insegna delle sorprese: non solo perché gli outsider Taviani hanno sbancato tutti i premi e non solo perché per la prima volta hanno vinto due stranieri come attori protagonisti, ma anche per la grande delusione subita da Marco Giallini. L'attore romano, tra i più apprezzati dalla critica e amati dal pubblico, è rimasto infatti a bocca asciutta nonostante fosse candidato come non protagonista in «A.C.A.B..» di Stefano Sollima e come protagonista in «Posti in piedi in Paradiso» di Carlo Verdone (che ancora una volta non è stato selezionato ai David come regista). Dina D'Isa

Dai blog