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Addio a Sughi Diresse a Roma la Quadriennale

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Aveva83 anni, essendo nato a Cesena il 5 ottobre del 1928. Pittore autodidatta, grazie a varie esperienze formative divenne ben presto uno dei maggiori artisti italiani della generazione che esordì agli inizi degli Anni Cinquanta. Scelse con decisione la strada del realismo, nell'ambito del dibattito fra astratti e figurativi dell'immediato dopoguerra. I dipinti di Sughi rifuggono tuttavia ogni tentazione sociale; mettono piuttosto in scena momenti di vita quotidiana senza eroi. Non a caso Enrico Crispolti nel 1956 utilizzò per lui la definizione «realismo esistenziale». La sua ricerca procede, in modo quasi costante, per cicli tematici, che hanno il sapore della sequenza cinematografica. Prima le cosiddette «Pitture verdi», dedicate al rapporto fra uomo e natura (1971-1973); poi, il ciclo «La cena» (1975-1976); agli inizi degli Anni Ottanta appartengono i venti dipinti e i quindici studi di «Immaginazione e memoria della famiglia»; dal 1985 è in corso la serie «La sera o della riflessione». L'ultima serie di grandi dipinti, esposta nel 2000, è intitolata «Notturno». Sughi ha partecipato a tutte le più importanti rassegne d'arte contemporanea, dalla Biennale di Venezia alla Quadriennale di Roma, sino alle mostre che hanno proposto all'estero le vicende dell'arte italiana dagli Anni '70 ad oggi. Musei italiani e stranieri gli hanno dedicato ampie antologiche; spiccano la Galleria d'Arte Moderna di Bologna (1977), la Galleria del Maneggio di Mosca (1978), il Museo di Castel Sant'Angelo di Roma, il Museo delle Belle Arti di Budapest e la Galleria Nazionale di Praga (1986). Sughi ha partecipato alla mostra «Il Male. Esercizi di pittura crudele» alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino (2005). A Roma aveva lo studio in Piazza Adriana. E nel 1994 ricoprì la carica di Presidente dell'Ente Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma.

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