Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Amato in cattedra «Vi spiego la crisi con parole semplici»

default_image

  • a
  • a
  • a

«Lalotta all'evasione va bene, ma la gogna lasciamola al Medioevo». «La crisi economica c'è per i Paesi occidentali. Tre quarti della popolazione mondiale dichiara di stare meglio in questi ultimi anni...»: Giuliano Amato, quando si tratta di economia (ma non solo), è uno con le idee chiare e sa esporle con un pizzico di umorismo. Da domenica, all'ora di pranzo, partiranno su Rai3 le «Lezioni dalla crisi», appunto di Giuliano Amato, (appuntamento alle 13 e replica il lunedì alle 23 su Rai Storia). Un conduttore d'eccezione che nel curriculum ha sei ruoli da ministro, due da presidente del Consiglio, attualmente Presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani. Ma che ama i panni del «presentatore» perché, ha detto: «Faccio quello che mi è familiare: il professore». Il programma è presentato da Rai Educational, diretta da Silvia Calandrelli, e propone 12 lezioni di 30 minuti nel corso dei quali Amato parlerà di strumenti finanziari, moneta, influenza politica ed economica interna e internazionale, istituzioni, organismi di controllo nazionali e sovranazionali, legislazioni. Ma nessuno si attenda paroloni incomprensibili, perché questa trasmissione è fatta per chi «non ha di solito il tempo di occuparsi di economia». La prima puntata, dal titolo «Le crisi economiche» affronterà il tema a livello mondiale: dal capitalismo alle crisi locali e globali per poi approfondire la crisi del '29, con i fallimenti bancari e la corsa agli sportelli, fino alla risoluzione della crisi grazie alla politica del New Deal. «Racconto, come farei in classe con i miei studenti - ha detto - Ho sufficientemente praticato e studiato l'economia, ma non sono un economista e quindi ho anche il vantaggio di poterla spiegare in modo umano. Ho imparato a spiegare con chiarezza e a saper richiamare l'attenzione di chi mi ascolta proprio stando in classe. Quando mi verrà chiesto, fra 100 anni, quale è stata la mia più grande soddisfazione, dirò proprio questo: vedere la lucina che si accende nello sguardo di uno studente dopo l'oscurità iniziale e capire così di aver fatto bene». Amato, presentando ieri la trasmissione, non si è sottratto agli inevitabili argomenti di attualità. Su Monti e la politica ha detto che «ci sono al governo persone abituate ad esperienze diverse, a stare più in classe che in Parlamento. Così da un lato la politica si sente sgravata, ma dall'altro si sente invece spossessata dei proprio compiti». E ancora il premier Mario Monti è un economista che se deve parlare «da persona comune» deve farlo con lentezza, «la sua lentezza sta nel fatto che cerca di farsi capire». E poi difende a spada tratta il «suo» prelievo forzoso del '92 che «rimane l'unica patrimoniale introdotta in Italia sulla ricchezza mobiliare. Un trauma forse non opportuno per i risparmiatori», ma comunque «più basso di altri prelievi. Credo - ha aggiunto - che il 6 per mille per un piccolo risparmiatore che aveva 15-20 milioni di lire sul conto corrente fosse comunque più basso di altri prelievi». E poi rincara la dose parlando dell'oggi: avrebbe scelto la strada della patrimoniale «per dare una botta al debito pubblico e farlo scendere», a differenza di quanto ha fatto il governo». «Io ero tra quelli che convenivano nel chiedere - ha spiegato - un grosso, straordinario impegno a italiani che hanno molto, magari spalmandolo su un paio di anni. Altri invece hanno indicato la strada dell'avanzo primario negli anni, che significa forte pressione fiscale. Sono due soluzioni robuste, il governo ha scelta la seconda». A proposito della crisi attuale Amato ha spiegato che «non è stata mondiale, ma ha avuto effetti su tutto il mondo. Le difficoltà più grandi le hanno incontrato i Paesi tradizionalmente industrializzati dell'Occidente». Nei Paesi orientali «tre quarti della popolazione mondiale dichiara di stare meglio». E in Italia la bestia nera è la crescita. «Non riusciamo a crescere quanto dovremmo perché il debito pubblico vive nel rapporto tra se medesimo e il Pil. Il primo è il numeratore, il secondo è il denominatore. Possiamo cercare di contenere il primo, ma la cosa importante sarebbe aumentare il secondo». Ad affiancare la conduzione di Amato, interviste e interventi. Le puntate della trasmissione saranno inoltre su www.economia.rai.it , portale pensato per le scuole che prevede un e-book multimediale e interattivo per tablet.

Dai blog