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Stendhal e la sindrome romantica

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Intrighi e fiumi di passione direttamente dall'Ottocento L'autore ai sentimenti ha sacrificato tutto. Anche la Storia

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Insommanon voleva essere disturbato per alcun motivo. Da quella reclusione alla quale si era autocondannato Stendhal uscì meno di due mesi dopo. Per l'esattezza 59 giorni con, scritto e rifinito, il suo ottavo e forse più celebre romanzo: «La Certosa di Parma». Una storia inserita in un contesto storico, la restaurazione post-napoleonica, credibile, ma imperfetto, con alcuni eventi e luoghi totalmente inventati. A Henri-Marie interessava una sola cosa: la passione. E a questa sacrificò tutto, rigore compreso, con grande gioia dei suoi lettori che da lui, il romantico Stendhal, si attendevano ben altro che storie incasellate negli allora recenti eventi storici, ma piuttosto tormento e sentimenti. In prima visione su Rai1, domani e lunedì, alle 21,10 Raiuno trasmette le due puntate del kolossal per il piccolo schermo «La Certosa di Parma», grande e attesissima produzione internazionale che non poteva che essere diretta dalla regina della passione e dei sentimenti sul piccolo schermo: Cinzia TH Torrini, quella, per intenderci, dei blockbuster televisivi «Elisa di Rivombrosa» e «Terra Ribelle». Nella fiction un grande cast: Rodrigo Guirao Diaz, che interpreta il ruolo del protagonista, Fabrizio Del Dongo, e poi Marie-Josèe Croze, Hippolyte Girardot, Alessandra Mastronardi e François Berleand. Si tratta di una coproduzione Italo-Francese che coinvolge le emittenti pubbliche Rai e France Télévisions, case di produzione dei due paesi (l'italiana Tangram Film e le francesi JNP France Films e Aprime) con équipe di scrittura e un cast internazionali. Il capolavoro di Stendhal ambientato in Italia, è un'opera che favorisce naturalmente la coproduzione tra i due Paesi. Rai1 sarà la prima televisione a mandare in onda la miniserie, che sarà invece l'evento della prossima stagione autunnale di France 3. Il romanzo, che evidentemente si presta ad articolate trasposizioni sceniche, ha già conosciuto in passato versioni sia cinematografiche, con un film di Christian-Jaque del 1947, che televisive, con uno sceneggiato di Mauro Bolognini del 1982 con Andrea Occhipinti, Marthe Keller, Gian Maria Volontè e Lucia Bosè. La miniserie che andrà in onda da domani è stata girata lo scorso anno in Italia, proprio nei luoghi del romanzo, tra castelli e palazzi storici, in 52 giorni, più o meno, caso curioso, quelli impiegati da Stendhal per scrivere il suo romanzo. Perché fare questo film? La regista Cinzia TH Torrini risponde così: «Con la lettura del libro ho capito quanto fosse moderna e attuale questa storia e quanto avrei potuto identificarmi e darle una nuova interpretazione. A me piacciono le storie dove si possono sviscerare attraverso l'amore e la passione le psicologie dei personaggi, mi ritengo fortunata per essere stata chiamata a realizzare la Certosa di Parma». Insomma la storia perfetta per le corde della Torrini, che ben ha calcolato il fatto di stare mettendo mano aduna pietra miliare della letteratura. «Nel romanzo - aggiunge - Stendhal con ironia ci racconta una storia italiana piena di intrighi e passioni dove l'amore arriva sempre nel momento sbagliato e alla persona sbagliata. Con meccanismi estremamente attuali. È una storia anche sulla crudeltà del tempo che passa e di come si ama diversamente a 20, a 30 o a 50 anni». Ed è anche una storia di amore fisico: la bella Alessandra Mastronardi ha raccontato di aver girato due scene senza veli. Con tanto imbarazzo, ma anche in linea con il suo personaggio.

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