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Quell'interrogatorio che svelò i segreti sulla fine dei Templari

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Avevosvolto la tesi sull'ordine dei Templari, e proprio nell'archivio papale si trovano molti atti del processo che il re di Francia Filippo il Bello, sfruttando l'Inquisizione, aprì nel 1307 contro i membri di questo potente ordine religioso-militare accusandoli di eresia e altri reati contro la fede. Imputazioni che già Dante Alighieri, testimone di quei fatti, giudicava mero pretesto per incamerare le loro ingenti ricchezze. Conoscevo i documenti vaticani avendoli studiati durante la tesi, a parte uno solo. Una pergamena autentica con il testo di un'udienza svolta nel castello di Chinon dal 17 al 20 agosto 1308. Gli inventari più antichi, del secolo XVII, la davano come un'inchiesta fra le altre tenuta nella diocesi di Tour; eppure un archivista chiamato Vincenzo Nardoni, nel 1912, aveva riportato nel suo inventario manoscritto due fatti che nessun altro conosceva: a Chinon non erano imprigionati dei Templari qualunque, ma addirittura l'ultimo Gran Maestro Jacques de Molay con altri membri dello Stato Maggiore del Tempio. E non furono ascoltati da un inquisitore, bensì da tre cardinali di spicco nella Curia Romana, fra i quali il nipote del papa. Insospettita dalla presenza di personaggi così eccezionali, subito andai a verificare. L'archivista non aveva preso nessun abbaglio, e la vera natura di quel documento era sconosciuta al mondo. Si trattava infatti di un'udienza segreta svolta da tre plenipotenziari usciti di soppiatto dalla Curia Romana, piena di spie pagate da Filippo il Bello, per recarsi nel castello sulla Loira e compiere una precisa missione: interrogare i capi dei Templari, e se avessero chiesto perdono alla Chiesa, concedere loro l'assoluzione sacramentale. Clemente V, che aveva ascoltato di persona oltre 70 frati appena due mesi prima, non credeva all'eresia dei Templari, e pensava che Filippo il Bello non avrebbe osato infierire su uomini dichiarati assolti; purtroppo si sbagliava, e nel 1312 dovrà sciogliere il Tempio per evitare una più grave aggressione contro la Chiesa. Divenuta subito famosa, la Pergamena di Chinon ha permesso di chiarire tante cose sul processo che fu il primo grande complotto del mondo moderno giocato sfruttando il potere devastante della pubblica diffamazione. La cruda ragion di stato, unita alla debolezza politica del papa prigioniero in Avignone, avevano travolto e distrutto i Templari. Clemente V aveva però ottenuto una vittoria morale: il 18 marzo 1314 Filippo il Bello mandò al rogo i capi del Tempio all'insaputa del papa, ma essi erano assolti e in comunione con la Chiesa. Quando una nuova scoperta cambia le opinioni condivise, è segno che la ricerca è viva, e merita risorse: la corretta valutazione del passato guida infatti gli orientamenti per il futuro. Grazie al paziente lavoro dell'archivista che classifica, e agli studi dello storico, che trasforma la singola voce di un inventario manoscritto in conoscenza alla portata di tutti.

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