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Una storia dedicata all'amarcord del cinema

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Diproduzione francese, già premiato a Cannes, nominato per dieci Oscar è stato il fiore all'occhiello nella notte delle stelle con una storia ambientata durante il passaggio tra il cinema muto e quello sonoro. Nel 1929 un attore si rifiuta di recitare nelle pellicole parlate e investe tutti i suoi averi nella realizzazione di un film muto, che però uscirà nelle sale lo stesso giorno del sonoro. A spingere «The Artist» verso la vittoria anche il riconoscimento della vigilia ottenuto ai Cesar, massimo riconoscimento francese per il cinema, vinto per miglior film, miglior regista (Michel Hazanavicius) e migliore attrice protagonista per Berenice Bejo. E come se non bastasse, ha vinto tutto anche agli Independent Spirit Awards, la festa del cinema indipendente che ogni anno precede di un giorno la cerimonia degli Academy Awards. Hazanavicius ha realizzato un film non sul cinema muto (che sarebbe già stato di per sé un bel rischio) ma addirittura un film muto, con musica e cartelli su cui scrivere le battute dei personaggi. Eppure non è per cinefili, ma si ride, ci si diverte e qualcuno si commuove. Ma la scommessa più ardua è stata quella di mostrare che le esigenze di un pubblico distante anni luce da quell'epoca sono le stesse di oggi. Per una volta ,poi ,si può anche parlare con soddisfazione di un attore cane. Nel film spicca infatti il terrier Uggy, strepitoso compagno d'avventura del protagonista Dujardin. Posa con le star ed è un habitué del tappeto rosso, si è aggiudicato il Collare d'oro ai Golden Collar Awards (gli Academy Awards canini) grazie alla sua perfomance. Già insignito del premio Palm Dog al festival di Cannes, dopo dieci anni di duro lavoro, secondo quanto riportato dal daily The Hollywood Reporter, il fenomenale cagnolino starebbe per appendere al chiodo il collare per ritirarsi dalla carriera cinematografica. Peccato! D. D.

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