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Volano nel Qatar le opere più belle

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Levie dell'arte sono cambiate. Dal momento che il Qatar è divenuto una superpotenza del mondo dell'arte, Doha è diventata per noi una tappa obbligatoria». In questi giorni, tra l'altro, vip e supercollezionisti internazionali si stanno spostando in Qatar per l'inaugurazione, il 9 febbraio, di una mostra del giapponese Takashi Murakami, in arrivo dalla Reggia di Versailles dove è stata molto visitata ma altrettanto criticata. Saranno accolti dal curatore Massimiliano Gioni, neo-direttore della Biennale di Venezia, ma soprattutto da Sheikha al-Mayassa, ventottenne figlia dell'Emiro del Qatar, forza trainante dell'arte contemporanea internazionale nel suo paese. «La principale differenza – spiega ancora la Heiden – tra il mercato occidentale ora in crisi e quello del Qatar è il disinteresse dei clienti arabi per l'antico. In Qatar il mercato si è aperto da appena dieci anni e si concentra solo sull'arte contemporanea, alla ricerca del meglio». Non a caso l'Emiro del Qatar spese nel 2007 73 milioni di dollari per un quadro di Rothko, oltre a 53 milioni di dollari per un capolavoro di Bacon. Secondo la vicepresidente di Sotheby's per il mercato dell'arte in Qatar sta accadendo quel che è successo in Usa negli anni Venti del secolo scorso, quando la crescita economica del paese portò ad un vertiginoso business dell'arte e alla creazione dei grandi musei americani. «Sono quasi certa – conclude – che Doha diventerà un centro importante dell'arte dove la gente andrà per vedere musei e capolavori». Tre mesi fa, infatti, a Doha è stata inaugurata la scultura «Maman», un ragno gigantesco della francese Louise Bourgeois, collocato nel Qatar National Convention Center. Dopo l'imponente Museo di arte islamica costruito dall'architetto cinese Ieoh Ming Pei, si attende ora, per il 2014, il Museo Nazionale del Qatar ideato da Jean Nouvel: un'immensa rosa del deserto appena emersa dalla sabbia nel centro della città di Doha. Sim. Gab.

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