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di Antonio Angeli «Il dottore vide illuminarsi un gran quadro che occupava la parete di fronte al letto e svolgersi una scena orribile e d'una verità straordinaria.

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"Straordinario"ripeteva il dottore, quando la parete tornò bianca. "Che progresso ha fatto il giornalismo in questi cento anni! E chissà quante meraviglie dovremo vedere ancora"». Ma che ci sarà di straordinario? Direte voi: è solo il solito noioso tg alla tv. Di straordinario c'è che queste parole sono state scritte nei primissimi anni del Novecento, più di cento anni fa, quando nessuno immaginava che sarebbero esistiti i telegiornali. Nessuno tranne Emilio Salgari: il padre dell'avventura «all'italiana» e anche della fantascienza. Il brano è tratto dal prezioso romanzo «Le meraviglie del Duemila», pubblicato nel 1907, ma certamente scritto due o tre anni prima. «Le meraviglie del Duemila» è tornato in libreria con una bella edizione Transeuropa, 225 pagine, euro 13,90. Il volumetto è arricchito dalle illustrazioni originali di Carlo Chiostri. Salgari è stupefacente, riesce a «proiettare» dalla realtà appena post-rurale nella quale vive un futuro incredibilmente simile al nostro. Con un semplice espediente narrativo porta i protagonisti dalla New York del 1903 (anno in cui probabilmente è stata scritta l'opera) al giorni nostri. Dalla prefazione di Ernesto Ferrero: «Nel giro di poche pagine anche il lettore si trova trasportato nell'anno deputato alla resurrezione, il 2003. Le operazioni connesse al ritorno alla vita sono rapide, indolori ed efficaci. Una macchina volante che assomiglia a un elicottero trasporta i due eroi della scienza a New York, dove presto potranno rendersi conto dei prodigi che la tecnica ha perfezionato nel frattempo. Gli abiti sono di stoffa vegetale, non solo ecologicamente corretti, si direbbe oggi, ma perfettamente igienici perché disinfettati; i mobili disegnati in un metallo "bianco e lucentissimo" che assomiglia all'alluminio; i pranzi vengono recapitati in casa da trenini elettrici che corrono a cento all'ora; per chi non se li può permettere, ci sono delle pillole di alimenti liofilizzati». Si potrebbe riflettere su queste cose seduti in cucina (di alluminio) indossando una t-shirt fatta di cotone riciclato e attendendo che arrivi, direttamente recapitata a casa, la cena. Salgari immagina un mondo dominato dall'energia elettrica, nel quale il potere di bombe di incredibile potenza mantiene un equilibrio politico precario, ma stabile. Emilio Salgari, con la paglietta e i baffi a manubrio, racconta una realtà nella quale tutti possono comunicare con tutti, ma non c'è più niente da dirsi. È stato definito «padre della fantascienza», ma non è propriamente corretto: ai suoi tempi il termine ancora non era stato coniato. Salgari è un profeta stupefacente ed è premiato dal pubblico. In libreria lo troviamo a fare concorrenza alla fantascienza di oggi. Ma è in buona compagnia: le scelte degli appassionati sono tutte «vintage». Tra i libri più venduti troviamo la raccolta «Avventure di fantascienza», di Herbert George Wells (Ugo Mursia Editore, 632 pagine, 45 euro). Nel bel volumone tutti i classici dell'autore: «La macchina del tempo», «La visita meravigliosa», «Il bacillo rubato e altri casi», «L'isola del dottor Moreau», «L'uomo invisibile» e «La guerra dei mondi». Sembrano quasi due giovanotti Douglas Adams e Isaac Asimov che dominano la classifica dei più venduti con i loro «Guida galattica per gli autostoppisti» e «Io, robot». Tra i più letti (è primo in classifica dei tascabili) il classico «Fahrenheit 451», di Ray Bradbury.

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