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Quell'atelier dei nuovi pittori romani che fa rivivere l'ex fabbrica sulla Tiburtina

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L'eventosi colloca nell'ambito del progetto «Postcard fromà», curato da Marcello Smarrelli e volto a diffondere l'arte contemporanea nel contesto urbano. Infatti il manifesto di Hirst sarà visibile fino al 10 marzo anche in dieci impianti di Roma gestiti dall'Agenzia Pubblicità Affissioni, con l'alternanza di 14 giorni tipica delle affissioni pubblicitarie vere e proprie. Con l'occasione vale la pena per chiunque, appassionati d'arte e non, visitare l'ex Pastificio Cerere di Via degli Ausoni, a San Lorenzo, un vecchio edificio industriale che una volta dismesso si è trasformato a partire dagli anni Settanta in una fucina creativa: parecchi artisti hanno infatti apprezzato subito i grandi loft luminosi e vi hanno installato i loro studi, salendo di piano in piano con il vecchio montacarichi adibito ad ascensore. Agli inizi del ‘900 vi si fabbricava industrialmente la pasta e non a caso era intitolato a Cerere, dea della terra e dei raccolti, incoronata da un tripudio di spighe di grano. Ma poi da circa trent'anni l'ex Pastificio Cerere ha cominciato a produrre arte a tambur battente. I suoi bellissimi loft con grandi finestroni e magnifiche colonne di ghisa sono stati scoperti dagli artisti, primo fra tutti Nunzio, che a poco a poco li hanno occupati quasi tutti. Ecco così arrivare gli altri protagonisti della «Scuola di San Lorenzo», Domenico Bianchi, Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli. Alcuni di loro nel frattempo hanno lasciato quegli studi e sono subentrati altri artisti come Maurizio Savini e Pietro Ruffo, con un ricambio generazionale che è un'altra caratteristica del luogo. I giovani romani hanno sempre amato questi spazi anticonformisti, dove ci si può avventurare lungo vertiginosi ballatoi. Vi si respira l'aria di una creatività libera, proprio nel cuore del caos quasi orgiastico di San Lorenzo. E nel 2004 è nata la Fondazione Pastificio Cerere, presieduta da Flavio Misciattelli, con l'obiettivo di creare un nuovo punto di riferimento per la promozione dell'arte contemporanea capace di valorizzare la ricchezza creativa del luogo. Ecco allora mostre, installazioni site specific e pure un ristorante che coniuga modernità e tradizione sotto il segno, guarda un po', di un sano piatto di pasta. E così nel corso degli anni l'edificio di Via degli Ausoni è diventato un luogo di convivenza, di scambio e di incontro tra artisti, critici, giornalisti e appassionati d'arte. Resta ancora nella memoria di molti la storica mostra «Ateliers», del 1984, presentata nell'ex Pastificio, ideata da Achille Bonito Oliva e basata sull'apertura al pubblico degli studi degli artisti residenti. In tal modo il pubblico ebbe la possibilità di andare a vedere le opere nei luoghi stessi in cui erano state create. Gab. Sim.

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