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Gli anni Ottanta svelati dai nipoti di James Bond

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Arrivatinell'anno di grazia 2011 sono iniziate le rivelazioni sugli anni Ottanta che, nel Regno Unito, sono stati contraddistinti dal governo di Margaret Thatcher. La Lady di Ferro era temutissima dai sudditi britannici ai quali impose lacrime e sangue, ma anche dai nemici del Regno. Così oggi la stampa e l'opinione pubblica inglese apprendono che nel 1981 l'allora capo dello spionaggio di Sua Maestà, sir Anthony Acland, inviò un rapporto assolutamente «top secret» alla Thatcher, primo ministro da un paio d'anni, per avvertirla che era il bersaglio di un complotto sovietico. In poche parole il Kgb voleva farla fuori. Il piano prevedeva tutta una serie di manovre diversive per distogliere l'attenzione dei servizi di sicurezza di Sua Maestà dal vero obiettivo: assassinare il primo ministro, l'unico cittadino del Regno Unito con il potere di lanciare un attacco nucleare contro l'Urss. Sbaragliato lui, Mosca poteva (allora) sperare di vincere un confronto atomico con l'Occidente. O meglio: sbaragliata lei. Perché il primo ministro in questione era, appunto, una donna. Nel dettaglio il piano avrebbe dovuto mettere in campo un esercito di 500 commandos sovietici che sarebbe entrato clandestinamente in Gran Bretagna. Lo scopo era seminare il caos facendo esplodere linee ferroviarie, centrali elettriche e vie di comunicazioni. Non solo, il piano prevedeva inoltre di scatenare il panico nella popolazione con attacchi a base, perfino, di armi chimiche e batteriologiche. A Washington, all'epoca, c'era Ronald Reagan, che definiva l'Unione Sovietica «l'impero del male», al Cremlino invece c'era ancora Breznev, quello della canzone di Sting «Russians». Insomma si era in piena guerra fredda e un eventuale corpo a corpo nucleare si sarebbe deciso nel giro di pochi minuti: il tempo che ci avrebbero messo i missili sovietici a raggiungere i loro obiettivi. Con uno scenario allucinante del genere interrompere la catena di comando in un Paese importante come la Gran Bretagna avrebbe potuto assicurare ai sovietici la vittoria. Poi, nel 1985, arrivò Gorbaciov e il primo leader occidentale che volle incontrare fu proprio la Thatcher: forse per farle capire, secondo un gioco di «io so che tu sai che io so» che aveva cancellato il progetto del suo predecessore di farla assassinare. La Lady di ferro, dopo averlo incontrato, commentò: «Possiamo trattare con quest'uomo». Di lì a poco finirono la guerra fredda e l'Unione Sovietica. Il muro di Berlino sarebbe finalmente caduto.

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