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Il 22 dicembre all'Ara Coeli di Roma quattro cori di giovani diretti dal maestro Barchi hanno modulato note natalizie, brani di classica, cantate antiche.

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Equanto fitte le file dei coristi nell'enorme chiesa. Perché sempre più ragazzi decidono di fare musica in un coro. Il motivo? La voce è strumento «diffusissimo, molto economico, non si fa fatica a portarlo in giro, è duttile, versatile, carico di personalità. Può incantarti, rilassarti e produrre emozioni fortissime». Così Virginio B. Sala nella controcopertina di un libro utile e saggio, scritto da Françoise E. Goddard, vocalist formata nel canto operistico che insegna canto moderno. Qui «La voce» (Emmebi Ed., 232 pagg., 24 euro) spazia a tutto campo sulla voce: rock, polifonia, assolo, duetto. Il volume è guida e avviamento alla tecnica vocale. E si conclude con ricognizione sulle ugole più famose, da Dylan ad Aretha Franklin a Patti Labelle. Ma un capitolo la dice lunga sulla filosofia dell'autrice. Si intitola: «Mettere un'anima nella voce». Li. Lom.

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