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«Conoscere i gioielli» per conoscere se stessi

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Qualeprezioso si regala per una nascita? «Per i maschietti perfetto un paio di gemelli da usare una volta cresciuti; per i credenti, simboli religiosi ma che siano molto piccoli». Perché si porta la fede? «Al di là dell'usanza, quella della scrittrice Erma Bombeck l'aiutò a non cadere in tentazione e molte volte, alle feste, ha ricordato al marito che era ora di tornare a casa». La contessa Patrizia di Carrobbio, una delle prime banditrici d'asta da Christie's a New York, risponde a questi e altri quesiti nel libro «Conoscere i gioielli» (Salani, pag. 225, euro 15,00). Organizzato come l'abc dei migliori amici delle donne, l'agile volume apre con la citazione della collezionista d'arte norvegese Sonia Henie, che consigliava di mettersi molti gioielli, per far notare meno le rughe. E chiude con curiosità e bon ton dei gioielli. Ma è nel mezzo che si apre un mondo animato da racconti da favola che aleggiano su preziosi appartenuti a regine e marajà. «Big girls need big diamonds», ebbe a dire l'attrice Elizabeth Taylor. Ma le ragazze hanno bisogno anche di zaffiri, smeraldi, perle, rubini, turchesi, lapislazzuli e giade. Lo sa bene la di Carrobio, sbarcata a Londra a seguito del marito, con una laurea in scienze politiche in tasca. Diventata la prima responsabile del Jewelry Department di Christie's, oggi commerciante di diamanti dal suo ufficio nel Diamont District. Una passione per i preziosi, che Patrizia ha scoperto di avere ereditato con molte probabilità dalla nonna: «Lei e le sue iannacche, perle d'oro a 9 carati e molto lavorate, le donne di San Giovanni in Fiore se le passavano di madre in figlia. Chi emigrava negli Usa le portava con sé. Pensavano che avrebbero garantito la sussistenza per chissà quanto tempo. Poi però scoprivano che, oltreoceano, il loro valore commerciale era assai modesto. Mia nonna ne comprò moltissime e, mescolandole con cristalli di rocca, fece bellissime collane». Da qui, la sua proposta di «indossare gioielli secondo il proprio gusto, la giornata che si vede affrontare, l'occasione speciale – spiega - Faccio così anche io: vado a umore». Evitando di apparire una «Madonna del petrolio», come si dice in milanese.

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