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C'è un fiore perfetto per ogni emozione

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Chiha scritto l'adagio però non sapeva che una margherita, come una rosa, possono essere usate sì come arma, ma di seduzione. Difficile, se non quasi impossibile, trovare una donna che non ami ricevere un mazzo di fiori. D'accordo, non è un regalo che fa andare in brodo di giuggiole la preda, ma se volete stenderla con un fiore, Mandy Kirby vi insegna quali scegliere nel libro «I messaggi segreti dei fiori» (Garzanti, pag.196, euro 12,90). Il papavero comunica eccentrica prodigalità. La gerbera per trasmettere allegria. Il garofano? È sempre stato associato alle emozioni più profonde, al punto che molti quadri rinascimentali mostrano coppie di promessi sposi con in mano un garofano: Oscar Wilde portava guanti color malva e un garofano verde all'occhiello alla prima di «Il ventaglio di Lady Windermere» nel 1892. Chiese anche agli amici del pubblico di indossarne uno procurandoselo da Goodyear, il fiorista della Royal Arcade nel quartiere di Mayfair. Quando gli domandarono cosa significasse il garofano, rispose: «Assolutamente nulla, ma è proprio questo che nessuno potrà indovinare». Volete dire grazie? Regalate la campanula. Che siano coltivati o selvatici, i fiori sono presenti da oriente a occidente, nei rituali più significativi: quando piangiamo un lutto o preghiamo, nutriamo o amiamo. Ma incarnano misteri che variano da paese a paese e secondo le stagioni. Nell'Uttarakhand, dove il fiume Gange abbandona l'Himalaya e scenda a valle, gli indiani ogni sera osservano una cerimonia dove sono protagonisti petali, foglie e boccioli abbandonati lungo il fiume, insieme a una speranza, un desiderio, una preghiera. Invece ad esempio il primo maggio, in Francia, si consuma una festa in onore del mughetto (porta felicità), che ricorda un'altra giapponese dov'è protagonista il ciliegio che rappresenta l'essenza della vita: bella da togliere il fiato e fugace da spezzare il cuore. Volete trasmettere fiducia? Fatelo con la primula. Amicizia con la fresia, dichiarazione d'amore con il tulipano, ma anche rabbia, con la peonia, oppure odio, con il basilico. Perché ogni fiore parla un linguaggio segreto, che trova le sue antiche radici nell'epoca vittoriana. Adesso come allora. L'importante è saperlo.

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