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di Carlo Antini Se i vampiri de «Le Notti di Salem» sono ormai lontani, la città di Lisbon Falls ha più di un punto di contatto con Jerusalem's Lot.

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Questavolta Stephen King il brivido non lo cerca nel mistero del quotidiano ma nella contaminazione tra ordinario e soprannaturale, scienza e fantascienza, realtà e dimensione onirica. Cosa accadrebbe se fosse possibile riscrivere la storia? Lo scrittore di Portland ne parla nel nuovo romanzo intitolato «22/11/'63». Non una data qualsiasi ma il giorno in cui fu ucciso John Fitzgerald Kennedy. Quel giorno a Dallas la storia si è fermata e ha preso altre strade. Al bivio, però, si torna indietro come in un eterno ritorno, finché la storia non prende la piega desiderata. Jake Epping è un tranquillo professore di Lisbon Falls, nel Maine, e il suo posto preferito per fare quattro chiacchiere è la tavola calda di Al che, però, ha un segreto: la dispensa in realtà è un passaggio temporale e conduce al 1958. Per Jake è una rivelazione sconvolgente, eppure l'incredulità non gli impedisce di farsi coinvolgere nella missione che ossessiona il suo amico da tempo. «Se mai hai voluto cambiare veramente le cose - gli dice L.L. Bean - questa è la tua occasione: ferma Oswald quel 22 novembre 1963. Salverai Kennedy. Salverai suo fratello Bob e Martin Luther King; bloccherai le rivolte razziali. E forse eviterai anche la guerra in Vietnam. Basta che passi per la "buca del coniglio", sul retro della tavola calda. Non importa quante volte l'attraversi: uscirai sempre sul piazzale di una fabbrica tessile di Lisbon Falls, ore 11,58 del 9 settembre 1958. E non importa quanto a lungo resti in quel passato: al ritorno, nel tuo presente saranno trascorsi due minuti». Così comincia la nuova esistenza di Jake nei panni di George Amberson e nel mondo di Elvis Presley, James Dean e JFK, delle automobili interminabili, del twist e del fumo di sigaretta che avvolge tutto. Un mondo nel quale Jake è destinato a conoscere l'amore e a sovvertire tutte le regole del tempo. Fino a cambiare il corso della storia. Fino a quando Amberson compra un giornale, l'edizione straordinaria dello «Slimes Herald». La didascalia dice: «John F. Kennedy fa scudo col suo corpo alla moglie mentre la limousine presidenziale si allontana di corsa da quella che rischiava di essere una catastrofe nazionale». Sopra, un titolo enorme, in corpo 36. Lo spazio c'era, perché consisteva in una sola parola: SALVO! «22/11/'63» è una riflessione sulla memoria, sull'amore, la perdita, il libero arbitrio e la necessità. Al sta morendo di cancro ai polmoni. Tossisce e sputa sangue. Dà a Jake l'incarico di fare quello che lui non può fare: fermare Lee Harvey Oswald. Il mistero, però, raddoppia: c'è quello che è veramente successo e quello che potrebbe succedere. Prima di poter cambiare il corso della storia, Jake Epping/George Amberson deve sapere come sono andate davvero le cose. C'è un'oscuro «se». E se il corso della storia fosse troppo potente? Tutto contribuisce a uno dei migliori romanzi sul viaggio nel tempo dall'epoca di H. G. Wells. Dai primi romanzi più apertamente soprannaturali in cui il quotidiano è interrotto da un indicibile orrore, King approda oggi a un orrore che sta nel quotidiano, come qualcosa di reale e familiare. Restiamo così inestricabilmente legati e avvolti nel sottile filo rosso che lega i vampiri di Jerusalem's Lot all'intrigo Kennedy, la luccicanza di «Shining» all'anticamera del Sessantotto, le macchine infernali a uno dei simboli più forti della Guerra Fredda. Con un brivido lungo la schiena.

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