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Tutti pazzi per il talk - show

Gianluigi Paragone

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{{IMG_SX}}"Santoro è una vittima della politica", a dirlo è Gianluigi Paragone (che tutti i torti non ce li ha).Fatto sta che anche lui ha più di qualche sassolino da togliersi dalle scarpe.Prima di tutto «L'ultima parola", il suo talk-show tutto politico che partirà il venerdì su Raidue, rete di cui Paragone è vicedirettore. Ciò che gli preme dire è che - tranne la prima puntata - non avrà la prima serata. Per dirla come l'ha raccontata lui, rispondendo al perché non gliela abbiano concessa: "L'avrei dovuta chiedere prima. Detto questo, di un programma alle 21 se ne riparlerà nel mese di gennaio: allora sì che potremmo vedere se ci sono ragioni particolari". Eppure Paragone, fino a poco tempo fa, era candidato alla direzione di Raidue e, si vociferava, anche del Tg2. Un discorso "che non mi interessava. Non sono un uomo da prodotto televisivo in senso largo perché ho fatto sempre il giornalista. Certo, quello che mi auguravo era di avere un'azienda più complice".   Secondo poi c'è il discorso-Lega, a cui Paragone strizzava l'occhio (è stato direttore della Padania). Nello spiegare la sua posizione attuale, qualche critica viene fuori, soprattutto se si parla di Federalismo ("non è stato messo in atto") e soprattutto di comuni. Dice: "Mi trovo abbastanza smarrito nei confronti di una Lega che sconfessa i propri sindaci. Vuol dire che la tradizione è più romana che periferica. La Lega per statuto dovrebbe stare dalla parte dei sindaci". A questo bisogna aggiungere il suo (personale) incoraggiamento a Bossi: "Bossi dovrebbe dare più ascolto ai vari Fontana e Tosi. E a tutti gli altri. Ai comuni infatti restano ben pochi soldi in cassaforte»" D'accordo con chi crede che nelle arene politiche ci sono sempre le solite facce di politici, Paragone si ripromette di invitare anche giovani parlamentari perché (per fortuna) "qualche figura bella c'è". Riassumendo, si potrebbe dire che Paragone parte da un punto di vista che definisce politicamente "amaro". E passa dal ruolo di "commentatore" a quello di "cronista". Con un però: "Magari, in trasmissione, i politici mi convinceranno che stiamo vivendo nell'Eldorado". Difficile.

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