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La verità narrata come un romanzo

Bonatti e Messner

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"Ore 23 cinque cuori esultano per la stessa conquista, nella stessa tenda all'ottavo campo. I loro nomi sono Abram, Gallotti, Compagnoni, Lacedelli ed io in questo momento e solo per questo momento mi impongo di dimenticare il resto. Ma cancellare per sempre dalla mente una simile esperienza sarebbe ingiusto. Fatti come questo segnano indelebilmente l'anima di un ragazzo e ne scuotono l'assetto spirituale, ancora acerbo». Così Walter Bonatti conclude il resoconto degli ultimi avvenimenti relativi alla fase finale della conquista in «K2, La verità, storia di un caso» (Baldini Castoldi Dalai, 2003, 282 pagine, 12 euro). Una storia, afferma Rob Buchanan, redattore di «Climbing», «di confusione, tradimento e spudorata ipocrisia come nessun'altra nella storia dell'alpinismo». Qui sopra pubblichiamo un documento prezioso, il telegramma con il quale Ardito Desio annunciava ufficialmente al presidente del Club Alpino Italiano, Bartolomeo Figari, l'entusiasmante conclusione della spedizione. C'era nel gruppo anche Pino Gallotti, rimasto al campo più basso. Il quale ricorda lo strazio dell'arrivo di Mahdi e invece la baldanza di Bonatti, «un aspetto così fresco che solo a vederlo ci rassicura«. E ancora: Compagnoni e Lacedelli dissero che le famose «bombole di ossigeno finirono 200 metri sotto la vetta, rendendo drammatica l'ultima salita. Ma esistono fotografie che testimoniano il fatto e la loro menzogna». Li. Lom.

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