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Il Belpaese raccontato dalle voci «straniere»

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Tre autori per il Premio speciale «Letteratura migrante»

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Trevoci, Galzerano, Dias, Lakhous, che arrivano da lontano ma che sono riusciti a mescolare la loro lingua con l'italiano per narrare storie di famiglia, per tratteggiare l'equilibrio precario tra ignoranza e paura, per sottolineare le contraddizioni del nostro Paese. Una Casa editrice, «Compagnia delle Lettere» che nasce con la vocazione della Letteratura della Migrazione. Nel catalogo opere di autori stranieri che con le loro scritture apportano nuova linfa alla nostra lingua e la «creolizzano». «Di qui e d'altrove», di Angel Luis Galzerano, è la fotostoria di un'emigrazione, l'album di una famiglia di emigranti italiani del Sud. È un album di ricordi, le cui pagine hanno la consistenza dei sogni che non si avverano tra sguardi, amarezze, miraggi e valigie di cartone «Storie di extracomunitaria follia» di Claudiléia Lemes Dias sono un caleidoscopio sulla vita che mette a fuoco le esistenze dei protagonisti così uniche, eppure simili, per quel farsi attraversare dal filo rosso della separazione, qui si fa spazio un'umanità respinta e marchiata col ferro e col fuoco dello stereotipo, ma anche sapori e odori nuovi, bambini vivaci tenacemente innamorati della lingua italiana. «Divorzio all'islamica a viale Marconi» di Amara Lakhous è una commedia nera in cui il serio e il grottesco, il razionale e l'assurdo, l'amore e la paura descrivono le contraddizioni della società italiana con un linguaggio originale, che imita i «parlati» degli immigrati e degli italiani.

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