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Celestini: «Tv come macedonia»

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AscanioCelestini, ospite del Giffoni Film Festival si sofferma sulla sua idea di mezzo televisivo: «Oggi si può parlare di 'macedonia televisivà perché è difficile pensare a un linguaggio televisivo. Oggi - ha continuato - la fruizione coincide con lo zapping. Ormai un ballerino di Maria De Filippi è uguale ad un attore di un film di Bergman che va alle 2 di notte. La televisione è un frullatore dove la frutta viene mescolata. Ogni elemento conserva il suo sapore ma alla fine tutto si amalgama. Io vedo youtube perché quello, nonostante tutto, è un luogo che tu scegli di frequentare». E a proposito dei politici ospiti di programmi televisivi afferma: «Oggi non ci sono politici ma personaggi televisivi, ormai si può parlare di "politica di professione" - prosegue Celstini - I politici in tv non guardano i loro interlocutori, ma guardano sempre e solo fisso in camera. Fino a quando c'è un primo piano questo funziona, ma quando ci sono riprese ampie si cade nel ridicolo». «Pensate che Murdoch, perché non iscritto ufficialmente a un partito non faccia politica? I partiti sono contenitori che hanno perso il loro contenuto. Per questo non mi sono mai candidato anche se mi è stato chiesto e penso che mai lo farò». Interrogato su Beppe Grillo ha poi affermato «Grillo dice quello che pensa, ma come i politici in tv è un personaggio. Molte persone lo conoscono solo tramite la televisione. Ma non è questo il pericolo, il vero pericolo è parlare solo per tappare dei buchi, senza un'ideologia, senza una prospettiva, senza una visione del mondo. La cosa che mi fa paura sono i gruppi che come i soldati robotizzati, fanno tutti la cosa in nome solo di una bandiera. Lì non si può parlare di pensiero ma solo di tifo». Ascanio Celestini a Giffoni racconta anche la nascita di alcune sue opere «per me fabbriche, manicomi, campi di concentramento, sono luoghi in cui si consumano battaglie uguali». Nel teatro di Celestini si parla di precari, di storia, di esperienze di vita vissuta. E di periferie. Quelle stesse che foraggiano call center «da 5.000 persone».

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