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Dimmi da dove vieni e ti dirò che cura usare

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Perquesto durante Spoletoscienza si è riacceso il dibattito sul rapporto tra flussi migratori e medicina personalizzata. Una serie di incontri che hanno visto, sotto la guida della Fondazione Sigma-Tau, numerosi studiosi disquisire sul tema della "geografia della salute". Un concetto affascinate che spiega come ogni popolazione abbia una memoria e reagisca diversamente a malattie e cure. Il dibattito si è incentrato su concetti come migrazione, memoria genetica, evoluzione dell'alimentazione e metabolismo. Una visione quella proposta a Spoletoscienza che ben si racchiude nelle parole di Massimo Picàri, dg della fondazione Sigma-Tau: «Gli imponenti flussi migratori cui oggi assistiamo, impongono al medico di conoscere le modalità con le quali il patrimonio genetico di chi proviene da territori lontani dal nostro si esprime nel nuovo ambiente. Perciò è necessario investigare il complesso rapporto fra geni, metabolismi, cibo ed ambiente, imparando a conoscere come questi genotipi esprimono la malattia e l'invecchiamento. Solo così si potrà raccogliere la sfida di una medicina realmente personalizzata». Alle parole di Picàri si sono aggiunte quelle di Ben van Ommen, scienziato e capo al TNO, uno dei maggiori centri di ricerca nel settore della nutrizione, che ha sviscerato le dinamiche dell'alimentazione. Lo stesso Ommen spiega: «Il nostro corpo ha costantemente bisogno di energia, e il "logorio" al quale è sottoposto richiede una continua manutenzione delle cellule. Questa manutenzione si chiama metabolismo». Un meraviglioso marchingegno che può essere messo a rischio da condizioni esterne diverse a quelle per le quali è stato programmato. Per questo è necessari che la medicina si personalizzi in rapporto alla storia di quel determinato corpo.

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