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di ANGELA PELLICCIARI È noto che la vita non nasce dall'egoismo.

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Dall'amoredel marito per la moglie e della moglie per il marito. Dio dà all'amore umano il regalo più grande: lo rende fecondo. Lo rende creatore. Dio è amore, comunione, e dona agli uomini, creati a «nostra immagine, a nostra somiglianza» (Genesi 1, 26: l'allusione alla Trinità è manifesta), la possibilità di essere famiglia, comunione. Perché ricordo verità note da qualche migliaio di anni? Perché ultimamente, in questi giorni, a dar retta allo scienziato Umberto Veronesi, sembrerebbe che le cose stiano diversamente. Veronesi dunque ha pronunciato una frase bella, una frase ad effetto che suona così: «L'amore omosessuale è quello più puro», «in quello eterosessuale invece una persona direbbe "io ti amo non perché amo te, ma perché in te ho trovato la persona con cui fare un figlio"». Perbacco! Nessuno avrebbe potuto con pari incisività dare voce all'idea gnostica dell'amore. Quell'amore che non è basato sull'egoismo della riproduzione della specie, quell'amore che è puro, disincarnato, e lo è proprio perché evita di mettere al mondo figli. L'idea è antica. Il disprezzo per la materia che, grazie al coito, si riproduce, è vecchia quanto il mondo. Il pensiero sotteso a questa teoria da incubo è che la sofferenza, inevitabilmente collegata alla materia, all'imperfezione, alla finitudine, vada soppressa. Basta con la carne. Bisogna tornare a vivere nel mondo dello spirito. Puro, eterno, senza egoismi né particolarismi. I catari nel XII secolo questo predicavano. Anche loro prediligevano, rispetto a quello matrimoniale, l'amore omosessuale che evitava l'inconveniente della procreazione. Che evitava il perpetuarsi della sofferenza. Nella primavera di due anni fa, c'è stata a New York una riunione supersegreta, di cui la stampa ha saputo qualcosa per puro caso (va detto che la stampa italiana si è distinta per il riserbo con cui ha trattato la vicenda: d'altronde non si trattava di intercettazioni…). È successo che i grandi illuminati, gli uomini di enorme successo, i più ricchi della terra, ritenendosi, quali sono, unici, migliori e più bravi di tutti, hanno pensato di unire le proprie forze per raggiungere il fine per cui, a loro modo di vedere, vale la pena di combattere ed investire soldi: il controllo della popolazione mondiale. Va da sé che questi signori definiscono sé stessi filantropi. I cervelloni di Bill Gates, David Rockefeller Jr, Warren Buffett, George Soros, Michael Bloomberg e Ted Turner hanno stabilito che la catastrofe che ci sovrasta è l'aumento della popolazione. L'unica cosa che si può fare per fronteggiarla non è, secondo loro, l'avanzamento della ricerca scientifica che permetta di soddisfare esigenze sempre nuove e crescenti. L'unica soluzione a loro modo di vedere è la rimozione degli ostacoli religiosi e politici che impediscono un controllo ferreo sul numero degli abitanti della terra. Numero che va controllato. Ovviamente da loro. L'incontro era segreto per evitare il sospetto di essere alla presenza di una leadership mondiale alternativa. Forse Veronesi condivide simili preoccupazioni. Quanto a lui, ha messo al mondo sei figli. Chissà se potrà affrontarli a viso aperto tirando le conclusioni del proprio pensiero: se io fossi stato meno egoista avrei evitato di mettervi al mondo, amando in modo più puro di come abbia fatto con vostra madre, un mio simile. Un uomo invece di una donna. Chissà. O forse per Veronesi vale il discorso che si può applicare ad un altro illustre scienziato: Francesco Bacone. Questo maestro del pensiero moderno affermava e scriveva che fra lui e la verità c'era una sostanziale identità. Niente di menzognero poteva essergli attribuito. Ebbene, nella vita concreta, Bacone, lord Cancelliere, era un giudice corrotto che, scoperto, ha dovuto subire la condanna e la sospensione dalle proprie funzioni. Come conciliare la corruzione, da lui apertamente ammessa, con la pretesa di incarnare la verità? A mio giudizio l'unica spiegazione è la seguente: le regole che valgono per Bacone, uomo eccezionale, non sono le stesse che valgono per i comuni mortali. Bacone corrotto? E allora? Su di lui riposavano le sorti dell'umanità. I soldi gli servivano per fare il bene dell'intero pianeta. Ergo la corruzione nel suo caso non era una colpa e non inficiava la sua pretesa di identificarsi con la verità. Un atteggiamento simile hanno gli gnostici di oggi: è evidente che, loro, i figli li possono fare e quanti ne vogliono. Nessuno si sognerebbe di mettere in dubbio questo ovvio privilegio. Quanto ai figli degli altri, no. Questi vanno regolati. Per il bene dell'umanità. O, se si vuole, tenendo conto della versione Veronesi, per la vittoria dell'amore sull'egoismo.

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