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Alemanno: "E' la fine di un incubo"

Gianni Alemanno

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In pochi ci credevano quando, nel settembre del 2009, dal Giappone, il vicesindaco capitolino con delega al Turismo, Mauro Cutrufo, lanciava la proposta di trovare «sponsor privati» per il restauro del Colosseo. Due anni di polemiche, critiche e proposte che ieri sera sono svanite proprio all'interno dell'Anfiteatro Flavio, dove è stato presentato ufficialmente il progetto di restauro. Visibilmente soddisfatto, Alemanno «brinda» finalmente a un importante successo della sua amministrazione in un periodo in cui le battaglie aperte dentro e fuori il Campidoglio sembrano moltiplicarsi ogni giorno di più. Non a caso la sua prima dichiarazione è stata: «Con l'avvio delle gare d'appalto per il restauro del Colosseo, finisce un incubo e un'ossessione: quella di vedere il monumento più famoso al mondo in condizioni non adeguate alla sua importanza». Ma dietro il restauro del Colosseo c'è molto di più. «Si tratta di un nuovo mecenatismo, di cui c'è molto bisogno in Italia. È un esempio di responsabilità sociale di impresa - sottolinea ancora Alemanno - Questo è l'esempio che in questo paese, nonostante ci sia tanta voglia di non fare, c'è anche un'Italia che vuol fare le cose e che si distingue per rigore e rapidità». Una svolta, quella dell'imprenditore Della Valle che potrebbe portare presto a nuove decisive riforme. «Ci voleva un imprenditore che con lucida follia scoprisse nuove strade; i politici hanno l'obbligo di rendere possibile atti come questo - ha infatti dichiarato il ministro dei Beni culturali, Giancarlo Galan - Il gesto di Della Valle è un atto di mecenatismo della società civile che dimostra una sensibilità crescente nei confronti del patrimonio culturale. Noi non possiamo rispondere a questi segnali con l'indifferenza, questi interventi chiedono una fiscalità di vantaggio. La cultura è il nostro patrimonio e va salvaguardato e difeso. Investire in questo settore è indispensabile e l'intervento privato è fondamentale - ha ribadito Galan - non si può pensare che ancora ci sia l'Iva al 20% sulle sponsorizzazioni e al 10% sui lavori. E non si può non prevedere la possibilità di destinare il 5 per mille agli interventi di tutela del patrimonio culturale. Così dimostriamo di non capire l'Italia. Il ministro ha spiegato che la spesa del Mibac è passata da 2.241.000 del 2001, pari allo 0,3% del bilancio dello Stato e allo 0,18% del pil ai 1.718.000 del 2009, pari allo 0,23% del bilancio dello Stato e allo 0,11% del Pil». Ieri sera nell'arena più famosa del mondo un piccolo miracolo si è già compiuto. La politica e l'imprenditoria si sono unite per salvare il patrimonio più prezioso dell'Italia, quello archeologico. Dopo giorni di attacchi più o meno strumentali alla Capitale, Alemanno può finalmente alzare il calice e brindare a un "matrimonio" che è già sulle pagine dei quotidiani mondiali.

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