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Nel suo nome premiati Settis e Parrella

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Ilpremio intitolato al filosofo abruzzese dalla sua città natale in provincia dell'Aquila (eppure c'è chi si ostina ancora a definirlo «filosofo napoletano») è volato verso Salvatore Settis per la sezione saggistica con «Paesaggio, costituzione e cemento» (Einaudi) e Valeria Parrella per la narrativa con «Ma quale amore» (Rizzoli). Settis, ordinario di storia dell'arte alla Normale di Pisa e titolare della Cátedra del Prado, non ha potuto essere presente a Pescasseroli per ritirare il premio, ma il suo libro ha dato comunque il «la» ai presidenti dei Parchi abruzzesi per affrontare le tematiche legate alla tutela dell'habitat. La giuria presieduta da Natalino Irti ha assegnato un riconoscimento alla memoria a Tullia Zevi, ricordata dal figlio Luca e dall'avvocato Gerard Boulanger, di Bordeaux, che sostenne l'accusa contro il prefetto collaborazionista Maurice Papon. A Michelina Di Cesare è stata consegnata la borsa di studio per gli studi su Croce finanziata dal Comune di Pescasseroli: per l'ultimo anno, perché non ci sono più fondi. Niente soldi, è un ritornello ricorrente. Stonato, se si pensa che la sesta edizione del premio Benedetto Croce, per l'alta valenza culturale, è inserita tra le manifestazioni di interesse nazionale dal Comitato per le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia. M. P.

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