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Del III secolo la più antica chiesa cristiana in Asia

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Iltempio risale al regno dei Parti (fine del I-inizio del III secolo d. C.) ed era incastonato nella struttura più antica del monumento medievale Haroba Kosht (Castello in rovina in lingua turcomanna), il cui restauro era stato commissionato dal governo del Turkmenistan alla missione di Rossi Osmida. L'edificazione di un tempio cristiano così indietro nel tempo, spiega l'archeologo veneziano al mensile Scienzaonline.com, trova riscontro nelle testimonianze registrate da alcuni testi del IV e VI secolo che parlano della predicazione dell'apostolo Tommano (o dei suoi discepoli) nell'oasi di Merv, dove era giunto nella sua missione di evangelizzazione estesa poi fino all'India. Lavorando al restauro del Castello, la missione italiana si è imbattuta prima in una croce nestoriana in bronzo. Poi sono emersi reperti di ceramica sigillata con simboli paleocristiani: croci, pani, pesci, uva, tralci, agnelli che si abbeverano. «Con queste scoperte ora non sussistono più dubbi - sostiene Rossi Osmida - Haroba Kosht è stata la più antica chiesa cristiana dell'Asia Centrale». Il primo impianto della chiesa «non era molto ampio e riflette il sistema delle cosiddette chiese a sala diffuse in Oriente nei primi secoli della nostra era. Un secondo impianto, più massiccio, risale all'arrivo di un nucleo cristiano nestoriano a Nerv (V secolo) che, come rilevano i documenti dell'epoca, costruì una basilica nella cittadella e un monastero accanto al palazzo reale sasanide. Gli antichi documenti ci trasmettono anche il nome del fondatore: Bar Gheorghys». Dopo la discesa delle orde di Gengis Khan, che distrussero Merv per tre volte in pochi mesi, l'oasi venne abbandonata, i Nestoriani si spostarono in Iraq e Siria. E la chiesa fu dimenticata.

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